martedì 16 gennaio 2018

FENOMENOLOGIA DI CANNAVACCIUOLO

Qual è, oggi, il personaggio televisivo più famoso? Quello che ogni cinque minuti lo vedi in tutte le salse sul piccolo schermo, sia che conduca un programma o infilato in uno spot pubblicitario? Non è una popstar e neanche un calciatore o un presentatore e neppure un comico, è Antonino Cannavacciuolo, di professione cuoco (o meglio, chef). 
Un omone grande e grosso che supera il metro e novanta, di corporatura più che robusta, con un po' di "panza" e che, amorevolmente, da delle pacche sulle spalle che il malcapitato non accappotta per amore della diretta TV.

Lo trovi ovunque, e non perché è stato premiato con due stelle Michelin ed ha pure tre forchette Gambero Rosso, tre cappelli de L'Espresso ed ha scritto tre libri di cucina, ma per il semplice fatto che, pur essendo un energumeno con barba (che al solo vederlo dovrebbe incutere timore) uno di quelli che negli spot ti tira in faccia un coltello da macellaio, ispira simpatia. 
Non come Carlo Cracco (lui, anche con la barba terrorizza i concorrenti del Masterchef).
 Cannavacciuolo è un gigante buono e piace a tutte le età, a grandi e piccini, mamme e papà, nonni e nonne. Piace pure quando fa le "cazziate". 
Perché? Secondo il mio parere il fenomeno è da associare ai ricordi della nostra infanzia o giovinezza.
Per alcuni (i più anziani) ricorda il Gigante amico della pubblicità della Ferrero nei mitici "Carosello". Per intenderci quello che rimediava alle malefatte di Jo Condor. Poi i bambini in coro cantavano "gigante pensaci tu" ed arrivava sto gigante con barba e baffi che con due dita prendeva il malefico Jo Condor per il cappello e lo scaraventava giù. E tutti contenti! 

Ai più giovani, quelli che non hanno vissuto l'epoca di Carosello (termine ultimo prima di mettersi a letto) ricorda il mitico Bud Spencer e le risate che ci facevamo al cinema quando prendeva a pugni in testa una combriccola di banditi. Cannavacciuolo, bontà sua, da solo una pacca sulla spalla, ma lo fa con amore. Oserei dire per "riflesso incondizionato"!

Grazie Antonino per avermi fatto ritornare ai tempi della mia infanzia, quando il cattivo non era un mago o un licantropo, un cyber robot o un mega pazzo da eliminare, ma uno stralunato Jo Condor con occhiali, mirino sul naso e sdraio da mare per riposarsi. 
Mi manca qualcuno che prenda il posto di Caballero alla ricerca di Carmencita e poi sono a posto.