martedì 19 dicembre 2017

UN BELL'ARTICOLO SU OBSERVADOR

Accursio Soldano editado pela primeira vez em Portugal com romance de temática pessoana

O compositor italiano Mariano Deidda, que tem musicado a obra de Fernando Pessoa, torna-se “personagem” na ficção “A Viagem à Sicília de Alberto Caeiro”, primeira obra do escritor Accursio Soldano publicada em Portugal. “A Viagem à Sicília de Alberto Caeiro” é publicada pela Ler Devagar, numa tradução Ana Cláudia Santos e Andrea Ragusa.
A narrativa do autor italiano relata a viagem imaginária do heterónimo de Fernando Pessoa Alberto Caeiro, autor de “O Guardador de Rebanhos”, com um estranho companheiro, pela Sicília, para visitarem Filippo, que esculpe cabeças nas pedras e nas árvores da sua quinta.
“Entre Caeiro e este carrancudo artista-camponês, estabelece-se um diálogo singular, fio condutor deste assombroso encontro numa terra de lavradores e pescadores”, afirma em nota a editora, acrescentando que “os dois viajantes entram num mundo labiríntico de contos e crenças ancestrais, que separam a realidade da ilusão”.
Mariano Deidda, que, em fevereiro último, editou o CD “Pessoa sulla strada del jazz”, afirma na introdução que tudo que é narrado neste livro “aconteceu mesmo” e justifica: “Porque este é o diário que escrevi por incumbência do meu amigo Alberto Caeiro da Silva, e documenta (se o espírito se puder elevar à categoria de documento) a viagem que, há alguns anos, fizemos à Sicília”.
O “estranho companheiro” de viagem de Caeiro, nesta ficção, é o músico Mariano Deidda, que se torna personagem de Soldano. Entrando no espírito ficcional da obra, Deidda, na introdução, afirma ter conhecido “Alberto Caeiro e toda a sua extravagante companhia de amigos, composta por Fernando Pessoa, Mário de Sá-Carneiro, Ricardo Reis [e] Accursio Urbano”.
Falando de Caeiro, Mariano Deidda, nascido em 1961, em Iglesias, na ilha italiana da Sardenha, afirma que o poeta “costumava pedir uma bica demasiado forte”, enquanto “Fernando Pessoa costumava pedir um carioca de café, e Ricardo Reis tinha o hábito de beber um galão escuro”.
Esclarecendo antecipadamente esta viagem imaginária ficcionada por Accursio Soldano, o compositor afirma que o heterónimo de Pessoa lhe pediu para redigir um diário apontando minuciosamente tudo, e se ninguém estiver disposto a publicá-lo, aconselhou-o: “Senta-te num banco do Terreiro do Paço e conta a minha história a quem passar, como se contam histórias às crianças antes de dormir”.
O autor, Accursio Soldano, nasceu em 1957, em Sciacca, na ilha da Sicília, onde atualmente vive. Licenciado em Filosofia, foi jornalista, tendo colaborado nos jornais La Repubblica, L’Ora e Diario. É editor da secção de cultura da emissora Tele Radio Sciacca.
Soldano, que é publicado pela primeira vez em Portugal, tem editados os romances “Il venditore di attimi” (2012), “Aspettando Mr.Wolf” (2014) e “La maledizione dell’abbazia di Thelema” (2016), além do ensaio “Giuseppe Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti” (2013), sendo também autor de peças teatrais e de argumentos cinematográficos.
http://observador.pt/2017/12/16/accursio-soldano-editado-pela-primeira-vez-em-portugal-com-romance-de-tematica-pessoana/

sabato 9 dicembre 2017

PERCHE' "COME UN CANDITO A NATALE" VINCEREBBE IL FESTIVAL DI SANREMO

Ora immaginate la scena.
Siamo sul palco dell'Ariston per la nuova edizione del festival di Sanremo.
I giovani hanno cantato, hanno cantato pure due o tre cantautori e gruppi Indie che nessuno conosce e che per uscire dal limbo della musica indipendente hanno accolto con favore l'opportunità di esibirsi davanti al grande pubblico televisivo dell'Ariston. Ma quale Premio Tenco, quello non lo vede nessuno!
 I gruppi Indie si sa, evitano accuratamente i Talent show, non vanno a farsi giudicare da Fedez o dalla Littizzetto, loro fanno musica seria... con testi seri, arrangiamenti seri. 
C'è anche qualche Big, che come il panettone esce fuori una volta all'anno, mentre per i restanti undici mesi sparisce dalla circolazione canterina, e ci sono quelli tipo Fiorella Mannoia che prima di cantare la nuova canzone ricorda il suo successo dello scorso anno con la canzone "Che sia benedetta", un inno alla vita e all'amore etc etc...
Il bravo presentatore annuncia l'ospite d'onore, che è amico della Mannoia, l'ospite è Manu Chao, l'ultimo dei mohicani, e sul palco dell'Ariston canterà "Clandestino", un pezzo dedicato a tutti i migranti, a coloro che viaggiano sui barconi o che passano i confini col Messico alla faccia di Trump, a quelli che viaggiano stipati dentro i camion verso una vita migliore a coloro che si sentono clandestini anche a casa propria. 
"Pa' una ciudad del norte, Yo me fui a trabajar, Mi vida la dejé, Entre Ceuta y Gibraltar, Soy una raya en el mar, Fantasma en la ciudad, Mi vida va prohibida, Dice la autoridad"
Una canzone contro le discriminazioni razziali e sociali, un'apertura dei confini del mondo, con una opportunità per tutti". 
Applausi.
Il presentatore poi, quasi commosso (perché lui sa già tutto) annuncia la nuova canzone in gara, un testo contro le discriminazione molto i voga in questo secolo consumistico, un inno per chi nella vita non ha avuto grosse possibilità, una canzone dedicata a chi, malgrado sia sempre presente, dall'oratorio al marciapiede, non ha mai avuto la giusta considerazione da parte degli altri, una canzone per gli "ultimi" che potrebbe anche essere un buon sermone di Natale per ricordare le piccole gioie della vita, le poche soddisfazioni e le tante delusioni. Niente a che vedere con la "Canzone di Natale" dei Zen Circus, ma qualcosa che stringe il cuore e fa capire che siamo tutti uguali, che non possiamo "scartare" nessuna ipotesi di convivenza civile e d'amore.
Basta essere derisi, bistrattati, buttati via, e non bisogna nascondersi dietro un dito o una intera mano, ma affrontare la vita con determinazione, perché di vita ne abbiamo solo una e niente di quello che ci offre va buttato, deriso, scartato. 
Perché tutto ha un fine.
Una canzone politicamente scorretta, perchè potrebbe essere usata nei comizi di Bersani e Co, rottamati senza ritegno, buttati via come indesiderati, scartati dal nuovo che avanza.
Signore e signore, annuncia il presentatore, dal Palco dell'Ariston di Sanremo, di Catagnano, Pelan e De Martino "Come un candito a Natale", canta Jacopo Rondinelli. Applausi e lacrime.
La vittoria è assicurata!