lunedì 16 maggio 2016

CANONE RAI IN BOLLETTA: UNA RAPINA MORALE E MATERIALE

Fra poco, nella bolletta della luce verrà addebitato il costo del canone Rai. L'assioma da cui è partito il Governo Renzi è semplice: se hai la luce hai un televisiore e se hai un televisiore vedi i programmi della Rai, quindi devi pagare il canone.
Ora io credo che questo assioma non sia valido e che la legge sia anticostituzionale. E spiego perché.
Io vado in un negozio e compro un televisiore, ovvero un elettrodomestico atto a ricevere segnali digitali delle TV, lo porto a casa, attacco la presa alla corrente elettrica (che ho) e lo collego ad una antenna che mi serve per captare i segnali video. Sullo schermo di questo elettrodomestico mi appare la scritta “ricerca” e do l'Ok. Il televisiore comincia a fare la ricerca dei canali e me ne trova, ad esempio, 160. Ben centosessanta canali televisivi e fra questi alcuni canali della Rai, ovvero la TV pubblica. Mi dicono che di questi 160 canali che la mia antenna ha captato ed il mio televisiore, quello dentro casa mia, ha memorizzato, bel 154 sono gratuiti, solo 6 sono a pagamento, ovvero quelli della Rai.
Siccome amo un certo tipo di programmazione è ovvio che di 160 TV che trasmettono un segnale e che si sono infilate nel mio televisiore di casa non ci faccio niente. Come fare? Grazie al telecomando ho la possibilità di rimediare a questa invasione.
Fra queste emittenti ce ne sono alcune che io decido di non guardare mai (tipo le tv che trasmettono solo televendite) e le cancello, mentre ce ne sono altre (Rai) che, indipendentemente dal fatto che decido di guardare o di cancellare dalla lista, devo pagare. Tutte le altre sono a gratis.
Insomma, il #GovernoRenzi, considerato che la Rai col suo segnale video arriva pure dentro casa mia e si infila (senza richiesta) nel mio elettrodomestico mi obbliga a pagare per il suo mantenimento (che io segua i suoi canali o decida di cancellarli dalla lista) togliendomi la libertà di scelta e il libero arbitrio.
Questo a me sembra una rapina: morale e materiale.
Sarebbe come se io andassi a comprare un'automobile e il concessionario mi dicesse: “Egregio signore, lei può decidere di mettere la benzina che vuole o lasciare la macchina in garage, ma siccome ha comprato un'auto, deve pagare una tassa fissa alla IP (tanto per fare un esempio).

O sarebbe come dire: “Può votare per il candidato che vuole, ma un voto a Matteo Renzi lo deve dare”