martedì 28 giugno 2016

LETTERANDO IN FEST 2016



 Si è conclusa ieri sera la settima edizione del LetterandoInFest 2016. 
Un’edizione molto partecipata e ricca di eventi che ha coinvolto quest’anno direttamente circa  120 persone, impegnate  negli spazi della Badia Grande  tra presentazioni, incontri, dibattiti, reading, workshop, proiezioni, mostre ed eventi con al centro il mondo dei libri.  
Si è detto molto soddisfatto Sino Caracappa, patron della manifestazione e a capo della Vertigo srl, la società che gestisce la multisala Badia Grande a Sciacca e che oltre al Letterando ogni anno organizza
anche lo SciaccaFilmFest.
Presentato ieri sera il libro del giornalista e scrittore Stefano Malatesta  “Quando Roma era un paradiso” edito da Skira ed inserito nella sezione che ha caratterizzato l’edizione 2016 “Storie di città”. Oltre a Malatesta, il Letterando ha avuto come ospiti,  sempre per la stessa sezione, nelle precedenti giornate del festival  anche gli scrittori Paola Caridi e Roberto Alajmo. Folto pubblico anche per il “Caffè Letterando”  che ieri sera ha visto come protagonista il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che ha presentato il libro-denuncia “Sottosopra. Come rimettere la Sicilia sulle sue gambe” e sala stracolma per la presentazione de “La maledizione dell’abbazia di Thelema”, curata dalla professoressa Alice Titone e dall’attore Pippo Graffeo. Durante la presentazione, nella quale è stato proiettato un breve documentario di Aleister Crowley, un fuori programma inaspettato con l’artista Angelo Toto che ha voluto regalare allo scrittore un dipinto su legno.





















lunedì 20 giugno 2016

RECENSIONE DI JOSEPH CACIOPPO SU "L'ARALDO"

Usa il bisturi dell’ironia Accursio Soldano per scrivere il suo “la maledizione dell’abbazia di Thelema” (Leucotea editore). Un bisturi affilato per mettere a nudo i vizi, pruriti e convenzioni del bigottismo nostrano.
E lo fa con il distacco scanzonato, ed a volte feroce, che lo caratterizzano. Chi conosce Accursio Soldano, scrittore e giornalista, sa che l’intellettuale non può essere annoverato tra quelli “politicamente corretti”.
In quest’ultima opera supera se stesso. Armeggia con materiale delicato: il sesso, nelle sue varie declinazioni. Non come corollario di un rapporto sentimentale, ma così come anche la tivù comincia a proporcelo anche in fasce orarie di metà giornata: fare sesso a prescindere dell’eventuale coinvolgimento emotivo.
Le “scene” pruriginose del romanzo sembrano avere una funzione specifica: tenere alta l’attenzione del lettore mentre l’autore mette a nudo l’animo umano, fatto di convenzioni ed ipocrisie. Pronto a rifugiarsi sotto improbabili timori divini o maledizioni demoniache.
Accursio Soldano osa rievocare i bordelli. Ma diversamente da Andrea Camilleri invece delle case chiuse nostrane (La pensione di Eva), rievoca quelle parigine, forse perché più intriganti.
E mentre ne la “Memoria delle mie puttane tristi”, il romanzo di Gabriel Garcia Marquez (premio Nobel per la letteratura 1982), la voce narrante è “l’utilizzatore finale”, l’anziano protagonista, nel romanzo di Accursio Soldano a dare uno spaccato sintetico di cosa fossero i bordelli parigini provvede l’anziana protagonista, la “prestatrice d’opera”.
Non manca l’episodio incestuoso. Sempre per la necessità di indagare, con gli strumenti propri della letteratura, sui caratteri di una cultura e di una società, essendo la famiglia un cardine ineludibile di entrambe (nel romanzo siamo in un paese siciliano e siamo nel primo dopoguerra) e l'incesto uno dei canoni più trasgressivi. Tema che si ritrova spesso anche nell’opera di Alberto Moravia.
Ovviamente anche l’amore sentimentale ha il suo spazio riservato.
Il tutto, nel romanzo di Soldano, passa attraverso i ricordi di quattro amici che si ritrovano seduti attorno ad un tavolo per la consueta partita a briscola.
Bravo l’autore a stemperare il dramma dei vari personaggi e le loro pruderie, con i passaggi salienti delle partite a carte.
La penna dello scrittore usa l’inchiostro della benevolenza, ogni personaggio quasi vede giustificato il proprio agire: al sesso deliberatamente praticato nell’abbazia, cioè all’esterno del loro contesto e quindi ripugnato, si contrappone il sesso sostanzialmente ineluttabile della loro vita. Ed è questa la contraddizione che l’ironico Soldano serve su un piatto scanzonato ai suoi lettori.
Accursio Soldano è prudente anche nella descrizione delle scene di sesso. Nulla a che vedere con la narrativa di Mario Vargas Llosa (premio nobel per la letteratura 2010 e premio Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2013) nella descrizione delle scene di sesso, per questo non ce la sentiamo di candidarlo al premio margheritese di quest’anno (troppo soft nelle descrizione delle scene erotiche), ma vorremmo almeno proporlo come ospite della “settimana gattopardiana”.
Il libro, per la sua scorrevolezza, si legge … in un sorso.

http://www.laraldo.info/news.php?name=2016061910023923 

sabato 11 giugno 2016

ARTICOLO DI CRISTINA BIOLCATI SU "OUBLIETTE MAGAZINE"

Il giornalista e scrittore siciliano Accursio Soldano, nel suo terzo romanzo La maledizione dell’abbazia di Thelema” (Leucotea Edizioni, 2016), fonde la tradizione esoterica di Sicilia con personaggi frutto della sua fantasia. All’occultista inglese Aleister Crowley si deve il nome di Abbazia di Thelema, ovvero un edificio isolato in località Santa Barbara, presso Cefalù, abitata dallo stesso presumibilmente a partire dall’aprile 1920.
Qui, questo personaggio era solito riunirsi coi suoi adepti durante i soggiorni in Sicilia, dando luogo alla prima congregazione satanista. Una storia vera e documentata, quindi, anche se la popolazione ne parla tuttora malvolentieri.
Crowley serve all’autore da pretesto per giustificare determinati eventi descritti nel romanzo. I personaggi, tutti molto semplici nei loro schemi mentali, sono vittime di credenze popolari e di superstizione. Il cosiddetto “malocchio” arriva a giustificare anche quegli eventi che potrebbero essere ricondotti all’opera dell’uomo, come per esempio un assassinio.
Il 13 marzo 1991 muore l’anziana Peppina, la donna che si pensava fosse in grado di leggere i tarocchi, quando invece non è stata neppure capace di prevedere una rovinosa caduta, avvenuta dieci anni prima, preludio di una morte lenta ed annunciata.
Tutto ciò che, nel tempo, è accaduto all’interno di quell’abbazia, è stato abilmente occultato. A distanza di cinquant’anni, i demoni si risvegliano nella credenza popolare, ogniqualvolta accade un evento nefasto, che fa dubitare della perdita del potere di certi riti occulti. Che la maledizione sia allora reale?
Anche la morte di Peppina mette qualche dubbio. La maledizione diventa quasi un conforto, un “alibi” per sapere di essere sempre nel giusto.
Accursio Soldano
La solita partita a carte fra compaesani attempati, diventa un’occasione volta a confessare segreti di cui nessuno sospetta. Come, per esempio, di quella volta in cui Peppina era andata via dal paese, ed era tornata anni dopo col figlio Nicola. Non in cerca di lavoro, come aveva dichiarato, bensì prostituta in un bordello di Parigi. E questo è soltanto uno dei segreti che si aggirano fra le pagine di questo romanzo.
Accursio Soldano, attraverso uno stile pulito, che mira alla notizia – da buon giornalista –offre uno spaccato di Sicilia. Una terra meravigliosa, ma fortemente legata ad antiche superstizioni, dalle quali sembra non volersi separare, forse perché non ancora del tutto conscia.
Una storia di gente comune, che forse si è trovata a vivere eventi difficili da metabolizzare e fare propri. Un libro consigliato, agli amanti dell’occulto e di antiche leggende, che non perdono di vista una sana ironia.
http://oubliettemagazine.com/2016/05/31/la-maledizione-dellabbazia-di-thelema-di-accursio-soldano-storia-di-superstizioni-in-una-sicilia-esoterica/