sabato 26 marzo 2016

IO MI CHIEDO...

 Io mi chiedo e chiedo: scoppia la bomba al Bataclan in pieno concerto musicale, scoppia la bomba alla metro di Bruxelles e due all'aeroporto, le chiese sono piene di vittime. Ma è possibile che nessuno di fede musulmana era al concerto, o prende la metro o viaggia in aereo? Non voglio dire che mi auguro che ci fossero, ma vorrei sapere se fra le tante vittime, c'era per sbaglio (almeno per sbaglio) un fratello musulmano fra la folla!
BATACLAN
  • Alexander Nick: di origine inglese di 41 anni, esercitava per gli Eagles of Death Metal che si esibivano al teatro Bataclan;
  • Ayad Thomas: operava per la casa discografica Universal e al momento dell'attentato si trovava al concerto;
  • Ben Khalifa Saadi Halima: di origine tunisina di 36 anni;
  • Ben Khalifa Saadi Houda: di origine tunisina di 35 anni;
  • Decherf Guillaume B.: critico musicale e giornalista;
  • De Peretti Aurélie: di origine francese di 33 anni;
  • Diakite Asta: cugina del giocatore della nazionale francese Lassana Diarra;
  • Dogan Elif: di orine belga, è deceduta assieme al compagno Milko Jozic;
  • DuBois Fabrice: di origine francese;
  • Elodie Breuil: di origine francese di 23 anni;
  • Gil James Michelle: di origine messicana;
  • González Juan Alberto: di origine spagnolo di 29 anni;
  • Gonzalez Nohemi: studentessa della California State University di 20 anni;
  • Hoche Mathieu: di origine francese di 38 anni;
  • Houd Djamila: di origine francese di 41 anni;
  • Jaimez Michelli Gil: di origine messicana di 27 anni;
  • Jozic Milko: ingegnere di origine belga di 47 anni, è morto assieme alla compagnaElif Dogan;
  • Mauduit Cedric: di origine francese;
  • Mosser Marie: operava presso la casa discografica Universal e al momento dell'attentato terroristico si trovava al concerto;
  • Perez Manu: operava presso la casa discografica Universal e al momento dell'attentato terroristico si trovava al concerto;
  • Ribet Valentin: avvocato penalista di origine francese di 26 anni, al momento dell'attentato terroristico si trovava al concerto;
  • San Martin Elsa Veronique Delplace: di origine cilena di 34 anni, deceduta con sua madre, Patricia San Martín Núñez, 58 anni;
  • Salines Lola: di origine francese;
  • Solesin Valeria: di origine italiana di 28 anni, dottorando alla Sorbona;
  • Valle Luis Felipe Zschoche: musicista di origine cileno di 35 anni;

giovedì 17 marzo 2016

LA MALEDIZIONE DELL'ABBAZIA DI THELEMA (qualche rigo...)

  
La storia gliel'aveva raccontata il suo predecessore, Don Antonio, prima di lasciargli il posto alla parrocchia e trasferirsi a Palermo. Gli aveva parlato di quella casa abbandonata in contrada Santa Barbara, di quel losco figuro che rispondeva al nome di Aleister Crowley figlio di un demonio che era venuto dalla lontana Inghilterra a portare la maledizione di Dio su tutto il paese e di come, malgrado fossero passati tanti anni qualcuno credeva ancora che quelle stanze fossero maledette.
A mantenere viva questa credenza erano i vecchi e soprattutto quei pochi testimoni che ancora potevano raccontare del giorno in cui insieme ai carabinieri scortarono fino al treno quei figli di satana e scacciarono il diavolo che era arrivato in Sicilia per edificare il suo tempio in mezzo alla campagna cefaludese. I giovani invece ci ridevano sopra, ne avevano sentito parlare ma non ne avevano paura, anzi qualcuno ci andava apposta per pisciare sui muri.
  Il vecchio prete gli raccomandò di tenere vivo il ricordo di quei tempi perché anche se quella casa era mezza crollata e non ci abitava più nessuno da tanto tempo, rappresentava un ottimo esempio per ricordare ai fedeli quanto il diavolo può essere pericoloso e quanto è bravo ad avvicinarsi all'uomo senza che questi se ne accorga.

  Con la storia del diavolo tentatore che era arrivato in paese con la faccia di un uomo elegante e in compagnia di una donna e un bambino portando il suo influsso maligno in ogni casa, Don Antonio ci aveva campato trent'anni continuando ad alimentare nei parrocchiani il timore che quella situazione potesse ripetersi, sostenendo che solo la vicinanza alla chiesa, la carità, la confessione e la comunione dei peccati rendevano immuni dalle tentazioni. Ovviamente, le donne, proprio per la loro natura peccaminosa che si tramandava dai tempi di Eva erano le più esposte ad essere ammaliate e colpite da satana tentatore che le avrebbe trascinate nelle fiamme dell'inferno, quindi, per essere sicure di non cadere nell'inganno non potevano e non dovevano mancare ad una messa domenicale. 
E quando diceva questo alzava il dito indice della mano destra e guardava tutti con sguardo severo.....
Il romanzo sarà nelle librerie a partire dal 12 aprile
Oppure potete richiederlo qui:
http://www.edizionileucotea.it/it/

LA CRUSCA DICE CHE CON L'ARANCINO SI PUO' COLAZIONARE

Ma insomma, si dice arancino a arancina? Il presidente dell'Accademia nazionale della Crusca Francesco Sabatini, intervenuto all'istituto comprensivo Buonarroti di Palermo per presentare l'ultima edizione del suo libro, Conosco la mia lingua propende per la prima forma perché solitamente i diminutivi vanno al maschile. L'arancia è femminile, ma la trasformazione in un'altra cosa dovrebbe far cambiare il genere grammaticale. Alla fine però ha aggiunto che l'importante non è come si pronuncia ma chi lo fa meglio. Che poi maschio o femmina, a punta o rotonda, è sempre la fine del mondo.
Insomma, ultimamente pare che i quesiti più importanti, a partire da petaloso, siano legati alla lingua italiana, al modo di dire e alla capacità di inventarsi parole nuove.
Fino a poco tempo fa, ad esempio, nessuno usava il termine apericena, adesso è diventato di uso comune, ma secondo una analisi della stessa accademia della crusca, ogni giorno arrivano nuove segnalazioni. Si parte da colazionare (termine molto in voga in alcuni ambienti) a pisellabile (di cui non conosciamo il significato), da patatoso a inzuppare a watszappare e via dicendo.

Per tornare all'arancina o arancino, se vogliamo entrare in una rosticceria o un bar e usare parole nuove potremmo chiedere quella cosa profumosa pallinosa mandibolare di forma polpettosa che mangiano tutti i babbani. 
E se il barista non capisce, chiedete un'arancina alla carne.

giovedì 10 marzo 2016

INTERVISTA SU AGRIGENTOSETTE

Dopo i sorprendenti successi de "Il venditore di attimi" e "Aspettando Mr. Wolf", lo scrittore e giornalista saccense racconta com'è nata la sua ultima fatica letteraria ambientata a Cefalù e che si rifà alla vera storia del satanista inglese Aleister Crowley

di Michele Scimè - 10/03/2016

E’ in uscita il terzo romanzo dello scrittore e giornalista Accursio Soldano. Dopo il fortunato esordio con “Il venditore di attimi” (dal quale è stata tratta una commedia messa in scena al Fringe Festival di Roma) e “Aspettando Mr. Wolf” (menzione d’onore al concorso letterario UnicaMilano) ad aprile arriva nelle librerie “La maledizione dell’Abbazia di Thelema” (Leucotea edizioni). E come negli altri due romanzi, l’autore si “diverte” ad inserire personaggi inventati in contesti reali ed a farli interagire con persone realmente esistite.
La vicenda si svolge all’ombra di una strana maledizione che secondo la credenza popolare ha colpito il paese di Cefalù da quando, nel 1920, il satanista Aleister Crowley decise di creare proprio lì la sua Abbazia di Thelema, ovvero il “tempio” dove mettere in pratica le sue idee e accogliere i suoi discepoli. La storia dice che alcuni anni dopo, nell’aprile del 1923, Crowley e i suoi seguaci fuorno scacciati dietro ordine di Benito Mussolini preoccupato dall’influsso negativo che lo stesso esercitava sugli abitanti e sull’onda di alcuni articoli pubblicati dal giornale inglese Sunday Express che definiva Crowley con l’appellativo di “La bestia 666”.
Il libro racconta la storia di quattro persone che in età avanzata si ritrovano, nelle sere d’inverno, a giocare a carte per stare in compagnia. In un modo o nell’altro, i quattro (tre donne e un uomo) hanno trascorso tutta la loro esistenza da soli, non si sono mai sposati e hanno vissuto tranquillamente la loro vita. Almeno così credono tutti. Ma una sera, una di loro confessa che in gioventù, partita dal suo paesello prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, aveva fatto la prostituta in un bordello parigino e che il padre di suo figlio non era un soldato francese morto in guerra, ma frutto di una notte a pagamento al “One two two” uno dei più famosi bordelli francesi di cui Soldano, con una ricerca attenta, descrive persino l’arredamento delle stanze.
Dopo questa “confessione” gli altri tre compagni di briscola decidono di condividere i loro segreti più intimi e si scoprono man mano particolari scabrosi. Così anche l'incontro quotidiano per una partita a carte tra comari diventa la metafora di un ardito gioco della verità, che lacera il velo di falso provincialismo e svela le vere motivazioni che stanno dietro le scelte di ciascuno. Il ricordo di quei tempi, degli indicibili riti satanici che vi si praticavano e l’influsso negativo che l’Abbazia, nell’immaginario collettivo  continua a trasmettere, servirà da giustificazione per qualsiasi gesto compiuto e susciterà qualche preoccupazione negli abitanti del paese quando uno dei quattro anziani sarà ritrovato morto nella sua stanza.
Come è nata l’idea di questo nuovo romanzo?
E’ nata per caso. Stavo parlando con un mio collega giornalista di Fernando Pessoa e dei suoi molti eteronimi, così è venuto fuori che lo stesso Pessoa aveva avuto a che fare con un “mago”. Ricordo che il mio amico non volle dirmi il nome perché aveva quasi timore a pronunciarlo, e la cosa mi incuriosì. Così cominciai a fare delle ricerche, a rileggere i libri di Pessoa per trovare una traccia e… ho scoperto Crowley.
E dell’Abbazia?
L’Abbazia è esistita veramente. Sono stato anche a Cefalù chiedendo in giro informazioni su come arrivarci, ma tutti quelli che ho contattato mi dicevano di non saperne niente. O forse non volevano dirmi niente. Alla fine è stata una signora che gestisce una tabaccheria a darmi delle indicazioni mentre gli uffici, diciamo così, preposti, non avevano mai sentito parlare dell’Abbazia. Comunque adesso, dopo anni di incuria qualcuno sta cercando di portarla al “vecchio splendore”. Credo che sarebbe un buon biglietto “turistico” per Cefalù e per chi ama l’esoterismo.
Ed hai fatto ricerche su Crowley?
Certo, ovviamente non approfondite come può farle uno che vuole scrivere un saggio. Per me Crowley era, diciamo così, un pretesto per giustificare determinati eventi che descrivo nel romanzo. Sai come funziona nelle credenze popolari; quando qualcuno pensa di essere oggetto di malocchio e maledizioni, anche se commette un omicidio trova il modo di giustificarlo. E ho scoperto pure che Crowley ce l’avevo in casa perché la sua faccia è nella copertina di “Sgt Pepper’s Lonely Heart club band” dei Beatles. Senza contare che se qualcuno guarda attentamente il 33 giri “Led Zeppellin III” troverà due frasi di Crowley che Jimmy Page fece scrivere nella parte non registrata. E gli esempi potrebbero continuare fino a David Bowie.
Dopo il primo romanzo ambientato a Brighton e un secondo, una intervista dentro un carcere, adesso l’ambientazione è tipicamente siciliana, decisamente più familiare per te che sei di Sciacca...
Si, il romanzo è ambientato a Cefalù, ma il riferimento all’Inghilterra c’è sempre. Crowley era inglese. Non so perché mi ispirano le città e i personaggi inglesi. Oltretutto io in Inghilterra non ci sono mai andato!

http://sciacca.agrigentosette.it/cultura/libri/maledizione-abbazia-thelema-romanzo-accursio-soldano-2016-9608.php



martedì 1 marzo 2016

LA MALEDIZIONE DELL'ABBAZIA DI THELEMA (CAPITOLO VI)

  Il Mistretta prese in mano il mazzo di carte e cominciò a mischiarle. La mano precedente l’aveva vinta Nina, forse perché era rimasta concentrata a contare il numero di briscole che uscivano dal mazzo piuttosto che sul racconto della sua amica, o forse perché così doveva andare. E mentre mischiava molto lentamente chiese alle due sorelle se ci credevano veramente, se davvero credevano a quella diceria della maledizione che gravava sul paese e se erano ancora convinte che quell’uomo che sessantanni addietro era stato cacciato dal paese fosse davvero un satanista.
"Io non so se dentro quella casa si facevano riti satanici" rispose Brigida "e nemmeno se quello era il figlio di satana in persona, un adoratore del diavolo o solo un maledetto imbroglione e pervertito, ma di certo sono successe un mucchio di cose strane. Sia quando era abitata, che quando se ne andarono tutti. E saranno pure dicerie di paese" aggiunse "ma una diceria non dura sessantanni, prima o poi finisce. O No?"
"Prima o poi… " rispose Mistretta
"Beh, questa non è finita, né prima né poi"
"Lasciate questa condizione di innumerevoli limiti" disse Peppina "sia così per tutto te stesso, non hai altro diritto che fare la tua volontà"
Ci fu un attimo di silenzio.
"Non guardatemi malamente" aggiunse "non sono diventata allitterata tutto d’un tratto, è scritto in un libro che mi regalò Lea quando lavoravamo insieme, si chiama il libro della legge e pare che l’abbia scritto quell’essere demoniaco. Ma siccome quella frase mi piaceva l’ho imparata a memoria"
Ci fu ancora un attimo di silenzio rotto dalla voce di Brigida che invitò Michele Mistretta a distribuire le carte.

Si ricominciava a giocare sul serio. 
E nessuno aveva fatto commenti sul suo passato da prostituta.

Il romanzo sarà nelle librerie a partire da Aprile 2016
Potete prenotarlo qui: http://www.edizionileucotea.it