lunedì 23 giugno 2014

SCIACCA: UNA CITTA' SGARRUPATA, SBIADITA E CADENTE

Ci mancava solo che il giornalista Aldo Cazzullo si facesse un viaggio in Sicilia per ricordarci, a livello nazionale, sul Corriere della Sera (sette del 13 giugno 2014) che tra Ribera e Sciacca il “traffico procede a senso alternato, con code di chilometri, perché da due anni manca il guard-rail di un cavalcavia e nessuno provvede a metterlo
Sapesse il buon Cazzullo quanti articoli giornalistici abbiamo scritto sull’argomento. Ma l’articolo può solo evidenziare una situazione o un problema, a chi gestisce il potere amministrativo il compito di farsi valere e chiedere immediati interventi. Evidentemente tutta questa forza non c’è: siamo potenzialmente forti. Ma se lo diciamo noi giornalisti locali, allora diventa un “attacco personale” se lo scrive Aldo Cazzullo tutti zitti.
E poi nel suo articolo Aldo Cazzullo, che evidentemente ha fatto una sosta nella nostra ridente cittadina a vocazione turistica, scrive delle Terme di Sciacca, “un potenziale gioiello malinconicamente chiuse. Vista dal porto, la città pare la corricella di procida, un angolo stupendo, ma sgarrupata, sbiadita, cadente”. E poi fa una considerazione amara: “la Sicilia ha gli stessi chilometri di costa delle Baleari, e ha undici volte i meno i turisti delle baleari”. Insomma, siamo una città potenzialmente termale. Altro che referendum. Pensa cosa sarebbe successo se fosse entrato in città con la scritta “Sciacca terme” e si fosse trovato davanti lo spettacolo che ha visto. Apriti cielo!

Ora, non serviva certo Aldo Cazzullo col suo editoriale a farci capire che la città di Sciacca non è quella città che “puoi solo amarla” perché il giornalista (che forse non ha visto il cartellone) non sembra l’abbia amata troppo, definendola sbiadita e cadente. Ma possiamo dargli torto? Non sono cose che ripetiamo da anni?
Viviamo veramente in una città sgarrupata che vogliono spacciarci per turistica solo perché abbiamo messo quattro vasi di ceramica nel centro storico?
Per nostra fortuna Cazzullo non se la prende solo con Sciacca, ma anche con Gibellina e si lamenta di uno "straziante colpo d'occhio della valle del Belice" ma alla fine dice che i siciliani sono ospitali.
Beh, è con questo che facciamo turismo, con l'ospitalità, perché se qualcuno si aspetta servizi, strade asfaltate e strutture che funzionino bene, farà meglio a scegliere le baleari.

sabato 21 giugno 2014

UN INVITO A ... VIAGGIARE

"Il venditore di attimi" tra viaggi nella vita e carpe diem. Un libro da leggere
di Joseph Cacioppo

"Quel gran genio del mio amico" molto probabilmente non apprezzerà il parallelo tra "Il venditore di attimi" e Lucio Battisti. L'accostamento, tra la letteratura e le canzonette non gli va a genio. Snobismo da letterato o semplicemente gusto da bastian contrario? Difficile dirlo: per decifrare un letterato occorre un altro letterato. Ed al cronista locale non resta che sorvolare.
Eppure il suo libro è anche un invito a "viaggiare". "Si viaggiare", come canta Battisti. Oltre che un invito a cogliere l'attimo (carpe diem). Certo il mio amico non scrive testi per i carri allegorici di Sciacca, ma ai lettori del suo "Il venditore di attimi", nel finale, uno scherzo lo regala, ancorchè non carnevalesco.
La trama, raccontata con stile sobrio, senza fronzoli, essenziale, è semplice: il dialogo tra due persone. Anche se più che un dialogo sembrerebbe un monologo. In effetti il protagonista (che formalmente non lo è) è quello che parla di più. L'altro, Alfred (il protagonista apparente), ascolta ma a lasciare traccia sul libro sono i suoi pensieri, provocati e sconvolti, dal racconto dei "viaggi" della vita del suo occasionale interlocutore.
"Si viaggiare, evitando le buche più dure, gentilmente senza fumo con amore, dolcemente viaggiare ....", canta Battisti. E con la stessa dolcezza il protagonista (reale) de "Il venditore di attimi" prende per mano il suo compagno "di spiaggia" e lo allontana da quell'attimo che potrebbe essere fatale. Lo fa con garbo, "senza fumo", "con amore". E per ricondurlo al "gusto vero della vita" (non è pubblicità occulta) quasi disturba Lucio Dalla: "l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale". Certo il dialogo tra i due non è così diretto (si danno del "lei", fino a quando non sono costretti a ricorrere al "tu"). E un raccontare di storie finalizzate a dare un pugno nello stomaco dell'ascoltatore da distrarre. E' un modo per fare spostare i pensieri di Alfred, dai suoi propositi di prima mattina, su sua figlia Teresa e sui suoi doveri di padre. Ed anche di marito.
E come per ogni favola che si rispetti arriva il lieto fine. Che ne "Il venditore di attimi" arriva attraverso un originale "biglietto per il viaggio": i libri dai quali sono state tratte le storie di "vita vissuta" e raccontate durante tutto il giorno.
Storie che hanno fatto acquisire al "venditore" l'attimo immediatamente prima di quello che avrebbe potuto essere l'ultimo e gli hanno fatto "vendere" quegli attimi che hanno impedito l'irreparabile.
Chissà se Vitangelo Moscarda (rectius: Accursio Soldano) ci perdonerà per questa chiave di lettura. Speriamo.
("Il venditore di attimi", di Accursio Soldano. Graphofeel edizioni)
http://www.laraldo.info/public/news_singola.asp?id=1177

sabato 7 giugno 2014

L'INVASIONE ALIENA DEGLI SCRITTORI POST-FACEBOOK


Ormai i politici si danno alla letteratura, sia quando sono in carica, ma specialmente quando, per vari vicissitudini, non vanno più in televisione. Non è una novità, Ultimamente, solo per restare ai più noti, l'hanno fatto Walter Veltroni, che da quando ha lasciato il posto di segretario di partito si è scoperto romanziere, Angelino Alfano, Massimo D'Alema, Antonio Di Pietro, il senatore Domenico Scilipoti che ha trovato in Berlusconi il suo editore preferito (dopo il suo famoso voto...) e Matteo Renzi.
Giornalisti che passano al ruolo di scrittore poi non si contano più. La maggior parte dei giornalisti che si dedica alla letteratura scrive libri sulla mafia o contro il potente di turno, qualcuno si occupa di economia, qualche altro scrive romanzi. In questa categoria annoveriamo anche il giornalista catanese Pietrangelo Buttafuoco molto più conosciuto per aver partecipato l'11 febbraio 2011 a fianco di Giuliano Ferrara, alla manifestazione pro Berlusconi del Mutanda Day, a Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, il quale ha dichiarato di aver ricevuto una telefonata dalla Feltrinelli che gli chiedeva di scrivere un romanzo sugli anni ottanta. Lui non aveva idea di come fare, ma un invito della Feltrinelli non si rifiuta. 
Questo, tanto per citare i più noti che, ovviamente, trovano grosse case editrici pronte a pubblicarli.
Fra i politici che si avventurano nell'arte del romanzo e della scrittura c'è anche l'ex presidente dell'Ars ed esponente di Fratelli d'Italia Nicola Cristaldi che ha pubblicato “I Traditori”, lo scorso anno, presentato da Gianfranco Fini e “Abitavo alla Maddalena”, entrambi editi da Libridine, una casa editrice di Mazara del vallo, città in cui è attuale sindaco.

Insomma, oggi, in piena invasione di alieni sbarcati su facebook che mettono in mostra la loro capacità di analisi in due righe, un uomo, per poter sopravvivere dev’essere un tuttofare. Politico ma anche scrittore, giornalista ma anche saggista, scrittore ma anche candidato e per finire il candidato scrittore che diventa giornalista. Ma soprattutto deve essere mezzo cieco e leggere solo i caratteri grandi, eliminando a priori le piccolezze postiane dei social network.