giovedì 8 maggio 2014

SACCENSI FANNO ARTE A MILANO, DOVE NON C'E' IL MARE ED IL CARNEVALE

Saccensi a Milano, dove l'arte non conosce confini, non c'è il mare, non organizzano sfilate di carri allegorici e soprattutto non conoscono la storia dei Perollo e dei conti Luna quindi non hanno problemi del "questo si, questo no". Sono Cosimo Barna e Nino Soldano, seppur con due ruoli diversi. Barna espone nella mostra “L’acqua di Leonardo, l’oro di Milano”, una collettiva presso l'ex-Fornace alzaia Naviglio Pavese, e vuole essere essere un momento collettivo di riconoscimento della nostra identità di cittadini delle ”terre d’acqua” in vista di Expo 2015. La mostra crea un percorso attraverso diverse forme artistiche: Trenta immagini fotografiche di grande dimensione di Fabrizio Garghetti, tredici opere di Giulia Alberti tra sculture in vetro massiccio di Murano e “sculture-impronta” in pasta di cellulosa. Dieci sculture luminose di fantastici animali acquatici di Claus Joans, cinque sculture di pietra lavorate dall’acqua di Stefano Zucchi, sette opere di Momò Calascibetta e tre opere di Cosimo Barna che raccontano le correnti marine e i branchi di pesci i cui movimenti a spirale trasformano l’acqua in un caleidoscopio di colori, dove racconta della vita dell’acqua e delle sue correnti attraverso pennellate di colore da cui guizza fuori la luce. 
Ma non c'è solo Cosimo Barna impegnato in questi giorni a Milano. C'è anche Nino Soldano, apprezzato gallerista saccense al quale è stato dedicato il Museo di Gibellina che ha lavorato tanti anni a Milano e che ha messo a disposizione del Mudima, la sua collezione privata di opere di Fabrizio Plessi. Si tratta di un forte nucleo di grandi lavori progettuali, a metà tra un’iconografia pop e il concettualismo successivo, risalenti agli anni che vanno dal 1969 al 1976, esposti prima nello studio milanese del gallerista saccense ed oggi facenti parte della sua collezione. 
Un pittore ed un gallerista saccense che potrebbe esporre la sua collezione privata in un museo di Sciacca ed invece presta le sue opere alle gallerie milanesi ed ha fatto importanti donazioni a Gibellina. Perché qui non abbiamo un museo artistico. Però, abbiamo il museo del carnevale (come a Rio de Janeiro) e un Museo del mare che ricorda tanto la storia del vascello fantasma (se ne parla ma non si vede) e che aspetta l'alta marea per aprire i battenti.
E intanto il tempo passa!