ACCURSIO SOLDANO "Un attimo ti cambia la vita"
Il giornalista saccense racconta di sè e del suo primo romanzo "Il venditore di attimi"
di Michele Scimè - 08/05/2013http://sciacca.agrigentosette.it/libri/attimo-cambia-vita-7686.php
Accursio Soldano da anni racconta la sua Sciacca in tivù e suoi
giornali. Ha cominciato per caso a raccontare i fatti della città
delle Terme, dapprima facendo il corrispondente da Sciacca per il
notiziario di Radio Agrigento 1, la storica radio libera agrigentina
diretta da Paolo Punturello che negli anni Settanta e Ottanta era
considerata d'avanguardia in tutta la provincia. Poi per Accursio
arrivarono gli esordi con il quotidiano “L'Ora” di Palermo,
quindi una breve parentesi con “I Siciliani” di Catania ed infine
anni di collaborazione con la redazione palermitana del quotidiano
“La Repubblica” e con l'emittente televisiva Tele Radio Sciacca.
In mezzo, una laurea in Filosofia, con una tesi dedicata al comico
americano Lenny Bruce che in Italia era stato fonte di ispirazione
per artisti come Paolo Rossi e Daniele Luttazzi, un premio nazionale
di Teatro con la scrittura di un atto unico, un premio internazionale
di giornalismo con una inchiesta sui preti pedofili. Poi, dopo 27
anni di giornalismo arriva al romanzo, pubblicando per la casa
editrice romana Graphofeel “Il venditore di attimi”.
Accursio, avevi già dato alle stampe altre cose, come ad esempio
raccolte di tuoi articoli o quella pubblicazione in cui rifacevi la
storia di Sciacca attraverso i sindaci del dopoguerra. Ma un romanzo
è qualcosa di molto diverso da tutto questo. Com'è nato "Il
venditore di attimi"?
E' nato per caso, un giorno passando davanti la mia piccola libreria
di casa mi sono fermato a guardare i libri. Mi sono chiesto che
effetto avrebbe fatto se uno di quei personaggi fosse uscito da
quelle pagine per parlarmi del suo autore, spiegarmi com'era nata
l'idea di scrivere quel libro e di inventare quella storia. Insomma,
per parafrasare Pirandello, che peraltro viene citato nel mio libro,
ho visto quei libri come non tanto personaggi in cerca d'autore, ma
in cerca di lettori. E il lettore ero io. Rileggendo i libri che cito
nel “Venditore di attimi” mi sono accorto ad, esempio, che Jan
Potocki è stato il primo europeo a volare in mongolfiera e che il
personaggio principale del suo libro ama viaggiare. Di contro, il
personaggio di “Diario di Bordo” di Jean Paul vola in mongolfiera
e l'autore ama viaggiare. Ma a rileggere, da attento lettore e con
una visione d'insieme, si scoprono tantissime cose.
Il 16 giugno al Roma Fringe Festival il "Venditore" debutta
in teatro con l'adattamento di Mariella Gravinese, che oltre a
curarne la regia va anche in scena insieme a Demian Aprea e Roberto
Siepi...
Sì, sarà certamente una grande emozione e una grande soddisfazione.
Ma incrociamo le dita...
Parliamo del libro allora...
“Chiarisco subito che malgrado la storia possa apparire triste, in
realtà è un romanzo ottimista, un invito a non guardare mai un solo
lato della stessa medaglia ed a trovare la giusta dimensione in ogni
cosa”
Chi è il venditore di attimi?
In realtà potrebbe anche non essere una persona, ma l'attimo stesso,
quello che intercorre fra il dire e il fare o per dirla con
Aristotele, quell'attimo che sta in mezzo fra la “potenza” e
“l'atto”. Il fatto è che molte volte non ci soffermiamo mai
abbastanza ad analizzare una situazione e prendiamo per buona la
prima sensazione mentre se riflettessimo un po' di più troveremmo
sempre un lato positivo che ci permetterebbe di andare avanti.
Qualcuno leggendo il romanzo mi ha detto che secondo lui, il
personaggio dello sconosciuto è Dio.
Nel romanzo però, lo sconosciuto racconta tutta una serie di storie
tristi.
Sono tristi all'apparenza. Nel romanzo c'è un padre di famiglia che,
pur senza motivi apparentemente validi, ma preso dallo sconforto per
la situazione generale vuole sucidarsi, ed uno sconosciuto che gli si
siede accanto e comincia a raccontargli storie di ogni sorta. Quello
che viene fuori, per l'attento lettore, non è la morte vista come
fine, ma una visione della vita diversa. Quando lo sconosciuto
racconta ad Alfred la storia di Jan e del suo amico Alfonso, quello
che risalta non è l'attesa dell'incontro, che magari non farà mai,
quanto la possibilità di averlo. Molte volte riflettiamo poco sulle
“possibilità”.
Cioè?
Era mia intenzione fare uscire i personaggi dalle pagine dei libri.
Non tanto personaggi in cerca d'autore, ma autori che presentano le
loro storie e che sono in cerca di lettori. Insomma, io lo definisco
un giallo letterario, dove non si deve scoprire un colpevole, ma
riscoprire la bellezza del leggere. Mi sa che sto complicando tutto,
ma ogni volta che parlo del mio romanzo mi viene difficile spiegarlo
perché non vorrei togliere al lettore il piacere della scoperta.
Torniamo agli attimi ed alla loro importanza...
La nostra vita va avanti ad attimi, va avanti a tentativi, come
diceva qualcuno, noi siamo grandi scialacquatori di attimi, li
facciamo passare inosservati e non li prendiamo in considerazione.
Eppure, molte volte un attimo può cambiare una vita.
In un romanzo c'è chiaramente una dose di fantasia, ma anche un po'
di vita vissuta. C'è qualcosa di autobiografico in questo romanzo? O
comunque, qual è stato, per esempio, un attimo che a te ha cambiato
la vita?
Di autobiografico c'è la consapevolezza che prima o poi bisogna
morire, solo che in molti casi viene relativamente facile accettare
questa condizione umana, molto difficile accettare la morte di una
persona cara. Io ho capito, dopo 30 anni, che quando una persona cara
muore non bisogna essere tristi, ma ringraziare per essere stati
scelti, in mezzo a tanti, per renderle felici i suoi giorni.
Trasformare il dolore in felicità perché la vita va avanti a
tentativi, qualcuno va bene, qualche altro va male, ma alla fine
tutto si compensa. Di attimi che mi hanno cambiato la vita ce ne sono
stati parecchi. Il mio primo esame alla facoltà di Filosofia, ad
esempio. Provenivo dal Geometra e quando aprii il primo volume di
storia della filosofia e cominciai a leggere le teorie filosofiche la
prima cosa che pensai fu: ma allora ho sbagliato tutto?
So che hai già nel cassetto un nuovo lavoro. Vuoi dire di cosa si
tratta?
E' la storia di Giuseppe Bellanca, un siciliano che dopo gli studi a
Milano emigrò in America e divenne un pioniere dell'aviazione.
Giuseppe Bellancaè il siciliano entrato nella storia dell'aviazione
mondiale. Una vita, la sua, fatta di grandi conquiste e di una sola
grande delusione: non aver venduto il suo monoplano a Lindbergh per
la trasvolata in solitario da New York a Parigi. Ma se oggi abbiamo
aeroplani pressurizzati, se ci sono i paracadute o le radio, se si
può volare tranquillamente oltre oceano lo si deve al genio di
questo siciliano. Stranamente però, se esci dall'aeroporto “La
Guardia” di New York trovi una via dedicata a Bellanca, se vai a
Sciacca c'è solo una via fratelli Bellanca (senza nome) e in pochi
sanno che se oggi prendiamo un aereo il merito è soprattutto suo. E'
una specie di tributo doveroso ad un grande siciliano.