venerdì 27 dicembre 2013

GIUSEPPE BELLANCA SU TGCOM24

"Beato il Paese che non ha bisogno di eroi", scriveva Berthold Brecht, ma tutt'altro che beato è un Paese che i suoi eroi li ha e li dimentica. Uno di questi è Giuseppe Bellanca, un nome che praticamente nessuno in Italia conosce ma che negli Stati Uniti è venerato per essere stato uno dei padri dell'aviazione civile. Ingegnere visionario, nel 1911, a 25 anni, lasciò il nostro Paese per gli States (anche allora c'erano le "fughe di cervelli"...) dove fondò una scuola di volo e fino al 1960, anno della sua morte, continuò a progettare aerei su aerei. Finalmente è uscito un libro, "Giuseppe Mario Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti" (Epsylon editrice, 14 euro) che rende parziale giustizia a questa dimenticanza tutta italiana. Tgcom24 ha intervistato l'autore del volume, Accursio Soldano.

Chi era Giuseppe Bellanca? Perché la sua figura è da ricordare?
Perché è uno dei maggiori scienziati che l’Italia abbia generato. Quello che Giuseppe Bellanca ha fatto nel campo dell’aviazione è paragonabile a quello che altri grandi, come Volta o Pacinotti, hanno fatto nei loro campi di competenza. Ha stravolto il modo di costruire aerei passando dalla formula biplana al monoplano, ha cambiato l’impostazione del motore, ha costruito aerei capaci di battere qualsiasi record fino a quel momento inimmaginabili, compresa la trasvolata sull’Oceano Atlantico. E’ stato un pioniere dell’aviazione e nel corso della sua vita ha sempre cercato nuove soluzioni. Praticamente, quando oggi saliamo su un aereo di linea, la maggior parte delle invenzioni che lo rendono sicuro sono uscite dalla Bellanca Aircraft

Siciliano di nascita, studi a Milano, a un certo punto va negli Stati Uniti. Come mai?
Perché in Italia non c’erano le condizioni, sia economiche che sociali, per poter portare avanti i suoi progetti. Basti pensare che il primo aereo che Bellanca costruì assieme a due suoi amici, anche loro studenti al Politecnico di Milano, era in canne di bambù e l’hangar era una vecchia stalla. Il secondo progetto invece non vide mai la luce perché non furono trovati i soldi necessari per comprare un motore. E allora, considerato che in America c’erano già due suoi fratelli e che le condizioni di vita e di opportunità erano completamente diverse, decise di emigrare.

La sua figura viene associata a quella di Lindbergh, come mai?
Beh, fu lo stesso Lindbergh a dire: “Se posso avere un Bellanca volerò da solo” e fu lui che si recò in fabbrica per comprare il famoso WB2 che aveva battuto tutti i record di persistenza in volo. Lindbergh sapeva benissimo che con un aereo costruito nelle fabbriche Bellanca si poteva volare sopra l’Oceano, senza scalo, da New York a Parigi, ma il socio di Bellanca, Charles Levine, si rifiutò di venderglielo. Il resto è storia. Ma quello che mi preme sottolineare e che in pochi sanno è che il giorno in cui l’aereo di Lindbergh partì per la storica traversata dell’Oceano, sul campo di volo c’erano tre aerei e quello di Bellanca, con a bordo il pilota Charles Chamberlin, era sicuramente il più veloce ed il più sicuro. Solo che, a seguito di una denuncia, l’aereo fu posto sotto sequestro. Oggi tutti giustamente ricordano Lindbergh, ma se non ci fossero state beghe legali, che spiego nel libro, avremmo un’altra storia.

Nella New York di quegli anni strinse amicizia con Fiorello la Guardia, che diventerà sindaco della Grande Mela. Come si conobbero i due?
Come si conoscono due emigrati che hanno voglia di fare qualcosa per cambiare la loro condizione sociale. Spinto dalla sua passione per il volo, quando Bellanca si trasferì in America cominciò a costruire il suo nuovo aeroplano grazie ad un finanziamento che gli accordarono alcuni membri della comunità italiana. Il maggior finanziatore di quel progetto fu un ristoratore italiano, insieme ai suoi cuochi e ad alcuni camerieri. Fu stipulato un regolare contratto sottoscritto dalle parti e redatto da un giovane avvocato di nome Fiorello La Guardia. Poi, in cambio di lezioni di volo, La Guardia insegnò a Bellanca a guidare l’automobile.

Gli Stati Uniti hanno addirittura dedicato una copertina del "Time" a Bellanca. Com'è ricordato al di là dell'Oceano?
Se dovessi elencare tutto ci vorrebbero pagine intere. La vecchia fabbrica di Bellanca è stata restaurata, ci sono associazioni, tipo “Friends of  Bellanca” che lo ricordano, lo Smithsonian Museum di Washington ha tre sale espositive dedicate a lui, in Giappone c’è un monumento che ricorda la prima trasvolata dell’Oceano Pacifico compiuta da un aereo della Bellanca aircraft, stessa cosa in Lituania. A Bellanca sono dedicate strade in quasi tutti gli Stati Uniti. Per gli americani è un genio, inserito nel 1993 nella Hall of fame dell’aviazione mondiale.
 
E qui in Italia? C'è qualcuno che si ricorda di lui?
A primo acchito direi pochi. Sicuramente gli addetti ai lavori, le scuole di volo, le università, ma non essendo una rockstar ed essendo passati più di 50 anni dalla sua morte il ricordo comincia a svanire. E poi, a parte il fatto che neppure quando era in vita Bellanca sapeva pubblicizzare bene il suo lavoro, ricordiamoci che era un costruttore di aerei, e solitamente, quando si compiva un’impresa aviatoria, la fama e i titoli dei giornali andavano soprattutto ai piloti. Però posso dire che uno dei motivi che mi ha spinto a iniziare la ricerca su Bellanca è stato un articolo di una paginetta pubblicato nel giornale “Giro campo” pubblicato dall’aero club Brescia a firma di Pierre Verzelletti. Leggendo quell’articolo ho capito che stavo cominciando a scoprire qualcosa di importante: un genio dell’aviazione mondiale.
 
Ci parli un po' del libro. Com'è nata e come si è sviluppata l'idea? Che materiali ha consultato per la stesura?
L’idea è nata da un mio amico e lontano parente di Bellanca. Avevo scritto un libro sulla storia dei sindaci di Sciacca (città dove è nato Bellanca, ndr) e Filippo Bellanca mi propose di scriverne uno su quel suo lontano parente. All’inizio non avevo idea da dove cominciare e cosa avrei trovato. Le solite iniziali ricerche su Google, qualche articolo su quotidiani italiani e poi un abbonamento a tutti i quotidiani americani per avere accesso alle edizioni dei primi del 900, contatti con lo Smithsonian che mi inviò del materiale, ricerche in biblioteche e vecchi libri americani dedicati proprio a Bellanca, e contatti con le associazioni americane che ricordano Bellanca e con alcuni suoi parenti. La cosa che mi è dispiaciuta, se posso dirlo, è che mentre ho trovato piena collaborazione in alcuni parenti di Bellanca che abitano a Sciacca e a Palermo, da altri, a cui ho chiesto notizie e foto, ho ricevuto solo dinieghi. E non ho ne mai capito il motivo. Comunque, mi accorgevo che più andavo avanti più quel Bellanca era una continua scoperta. I suoi piloti e quelli che avevano pilotato i suoi aerei erano americani, peruviani, lituani, italiani, tedeschi e per ogni volo c’era una storia da raccontare. E’ stata una ricerca entusiasmante e commovente. Lo ammetto, mi sono commosso quando ho incrociato la storia di Francesco De Pinedo.
Alla fine del libro c'è anche una perizia grafologica su alcuni scritti di Bellanca. Cosa emerge?
Emerge la figura di un uomo intelligente, concreto, di uno che non amava le teorie astratte o le situazioni poco chiare. Bellanca era risoluto, decideva l’obiettivo e organizzava l’azione cercando di risolvere immediatamente i problemi pratici. Come ebbe a dire Elinor Smith, il suo capo collaudatore: Bellanca è uno che ride, si diverte, e a tavola è spassosissimo, ma quando siamo al lavoro cambia completamente, diventa preciso e se necessario burbero.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cultura/2013/notizia/un-libro-per-giuseppe-bellanca-pioniere-dimenticato-delle-prime-macchine-volanti-_2017620.shtml 


mercoledì 18 dicembre 2013

VECCHIE STORIE DA PRIMA PAGINA

"Storie da prima pagina" è una raccolta di articoli pubblicati sulla prima pagina del quotidiano "La Repubblica" nell'edizione di Palermo. Libro voluto fortemente dal Lions club di Sciacca e dall'allora presidente Michele Cirafisi
Articoli che abbracciano un arco di tempo che va dal 2003 al 2007. Volutamente, per non dargli una connotazione temporale, non ho inserito la data di pubblicazione.
Non tutti. Ho deciso di inserire solo quelle storie che, per l’originalità o per chissà quale altro strano motivo, sono finite in prima pagina, o nelle pagine dedicate alla cultura. E che comunque potessero ancora interessare il lettore. Nella maggior parte dei casi riguardano personaggi che in qualche modo andavano e vanno ricordati, altri parlano di fatti inconsueti, strani, alcuni di essi evidenziano i paradossi della nostra isola, intrisa di miti e di leggende. Ma parlano anche di persone. Che un giorno, sono balzati agli onori della cronaca e che qui vengono riproposti in tutta la loro umanità. Gli articoli inseriti in questo volume, nella maggior parte dei casi, sono nella loro prima stesura, così come li avevo pensati e scritti. Prima che il redattore capo del giornale, dopo attenta lettura, decidesse di inserirlo nel giornale.
Per esigenze di spazio, per difficoltà dell’argomento trattato, o perché scritto e spedito senza preavviso. A quel punto, il collega che lavora in redazione, si vede arrivare un’analisi della commedia di Arthur Miller e deve capire cosa diavolo c’entra con la Sicilia. O magari non ha mai visto “Le iene” di Tarantino e non conosce Steve Buscemi (mica possiamo conoscere tutto).
Considerato che il libro non è più in circolazione, ho deciso di fare un pdf e regalarlo a chi fosse interessato.
Per avere una copia in pdf basta inviare una mail a accursiosoldano@libero.it 

mercoledì 27 novembre 2013

LA RIVISTA JP4 RECENSISCE IL BELLANCA

La rivista JP4, mensile specializzato in aeronautica e spazio, nel numero di dicembre dedica spazio, con una recensione al libro “Giuseppe Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti” scritto da Accursio Soldano e pubblicato dalla casa editrice Epsylon di Roma.
Dopo lo speciale che l'ANSA ha voluto dedicare al volume che ripercorre la storia del costruttore di aerei saccensi, anche le riviste specializzate recensiscono in maniera lusinghiera il libro. “ottimo questo omaggio sotto forma di libro di 182 pagine, ben scritto e documentato... una ricca raccolta di foto e una quarantina di interessanti giornali d'epoca”
“Il libro – si legge nella recensione- è il vivo ritratto di un uomo eccezionale, che centra il suo obiettivo, anche se non è una completa enciclopedia di tutti gli aerei di Bellanca. L'autore descrive bene l'atmisfera degli anni della febbre atlantica e svela come solo il caso diede la fama a Charles Lindberg e non a Bellanca.

Un lavoro, si legge ancora, non ponderoso, ma validissimo, ben scritto e dall'elegante realizzazione grafica. 

domenica 27 ottobre 2013

RECENSIONE SULLA RUBRICA LIBRI DELL'ANSA

ANSA > Legalità > Speciali > Libri: Bellanca, storia dell'ingegnere con il sogno del volo

Libri: Bellanca, storia dell'ingegnere 

con il sogno del volo

Sarà presentato nelle scuole volume sui pionieri dell'aviazione


(di Giovanni Franco) (ANSA) - PALERMO, 25 OTT - Nei pressi dell'aeroporto "Fiorello La Guardia" 
di New York c'è una strada dedicata a lui. E anche nel Maryland, in California. A Sciacca (Ag) 
invece paese natale di Giuseppe Bellanca, nato nel 1886 e morto nel 1960, c'è solo una striminzita stradina intitolata ai non meglio identificati "Fratelli Bellanca" (gli altri due erano un sindacalista e il direttore di un giornale locale, e viene da pensare che forse l'omaggio era rivolto a uno dei suoi due congiunti). Eppure scrive il giornalista Tano Gullo "era uno dei massimi cervelli scientifici che la 
Sicilia abbia generato. Nel settore aeronautico ha lo stesso peso specifico che hanno i Marconi,
 i Volta, i Pacinotti in altri comparti". A raccontare le gesta di questo personaggio è ora Accursio
 Soldano che ha scritto il libro "Giuseppe Mario Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti" (Epsylon editrice; 182 pagine; 14 euro). Un volume ricco di immagini d'epoca e di manoscritti che sarà anche presentato nelle scuole. "Una raccolta sistematica di eventi, fatti, documenti che raccontano la vita, 
non solo di Bellanca, ma anche di tutti quei piloti, - afferma l'autore - quei temerari che sulle "macchine volanti" cercarono la gloria nel tentativo di attraversare gli oceani: qualcuno, pilotando un "Bellanca" 
ci riuscì, molti perirono, ma tutti contribuirono a spostare un po' più in là i confini del volo". Bellanca, afferma Soldano anche lui di Sciacca: "non è uno dei tanti siciliani nato in un piccolo paese in
 provincia di Agrigento ed emigrato giovanissimo in America in cerca di fortuna, era un ingegnere aeronautico e aveva un sogno: costruire aerei e volare dall'America in Europa senza scalo". 
Da giovane frequentò l'Istituto Tecnico di Milano, laureandosi nel 1908 in matematica e durante 
i suoi studi per la seconda laurea in ingegneria aeronautica decise di disegnare e costruire il suo primo aereo.

Non avendo i fondi disponibili per realizzarlo, pensò di farlo con canne di bambù, montandolo dentro

 una vecchia stalla. Poi, insieme a due suoi amici, Enea Bossi e Paolo Invernizzi produsse, nel 1909,
 il primo volo di un aereo totalmente italiano (come disegno e costruzione). Ma l'Italia di quegli anni
 non era ancora pronta per le innovazioni in campo aeronautico e allora, su pressione di suo fratello 
Carlo, il giovane Giuseppe emigrò in America e cominciò dapprima a dare lezioni di volo e poi a 
costruire aerei dal disegno innovativo e dalle performance fino a quel momento impensabili. 
I "Bellanca aircraft" erano diventati famosi in tutta l'America, al punto da meritarsi la copertina 
di "uomo dell'anno" nella popolare rivista "Time", ma il suo socio in affari Charles Levine non 
volle vendere un suo monoplano a Charles Lindberg per la trasvolata in solitario da New York a 
Parigi mancando quindi l'appuntamento con la storia. Eppure l'ingegnere saccense avrebbe avuto 
modi di rifarsi in seguito. I documenti sulle sue leggendarie imprese, a cavallo tra gli anni Venti e 
Trenta del Novecento, sono esposti nell'Archivio del Museo Nazionale dell'Aria e dello Spazio di Washington. Nel 1993 è stato inserito nella Hall of fame dell'aviazione mondiale.(ANSA).

sabato 19 ottobre 2013

RECENSIONE SU IL MATTINO DI PARMA

‘Giuseppe Mario Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti’ di Accursio Soldano

di Laura Bonelli ottobre - 18 - 2013

Ci fu un’epoca in cui l’uomo aveva bisogno di conquistare il cielo e sentiva che il volo era l’espressione della propria libertà. Erano gli anni in cui Charles Lindberg,  giovane pilota delle linee aeree postali di S. Louis, partiva, in solitario, per il suo storico volo da New York a Parigi. L’inizio del Novecento vide molti sognatori tradurre in realtà i propri aneliti. Tra questi un italiano, forse meno conosciuto, ma che fu uno dei protagonisti della storia dell’aviazione mondiale a cavallo tra gli anni Venti e Trenta. La biografia dell’ingegnere e progettista Giuseppe Bellanca, siciliano, originario di Sciacca, viene tratteggiata da un suo conterraneo, il giornalista Accursio Soldano, nel libro ‘Giuseppe Mario Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti’ (Epsylon Editrice).
Dagli esordi con un rudimentale apparecchio costruito con canne di bambù, all’arrivo in America, prima ad Omaha, in Nebraska, dove fonda la sua prima società di aircraft, per approdare infine nel Delawere, in un tragitto di vita costellato di progetti e realizzazioni di volo eroiche ed appassionate.
Soldano fa un minuzioso ed interessante lavoro di ricerca storica, includendo nel suo libro una selezione di articoli tratti da quotidiani dell’epoca e dando spazio anche ad altri pionieri che si distinsero per spirito di avventura, testando sulla propria pelle le possibilità dei nuovi velivoli che si andavano progettando in quegli anni.
La biografia di Bellanca viene pubblicata a breve distanza dal romanzo d’esordio di Soldano ‘Il venditore di attimi’ (Graphofeel Edizioni), in cui l’autore costruisce un racconto in cui si intersecano diverse vicende, con protagonisti in grado di trasmettere un’esperienza tale da essere di monito e riflessione. Quali sono le cose che davvero hanno importanza? Quali gli errori che portano a conseguenze irrimediabili? C’è sempre un modo per deviare da una via pericolosa, una maniera di pensare e di agire per evitare il peggio. Recentemente trasposto per il teatro e presentato al Roma Fringe Festival, ‘Il venditore di attimi’ si interroga in modo originale sulle esperienze dell’esistenza dell’uomo, dando nuova vita a personaggi intramontabili della letteratura classica.
C’è un’impercettibile linea di pensiero tra i due scritti di Soldano, ovvero l’espressione di un anelito dell’uomo che sembra lontano da questo tempo attuale, un tempo concentrato a guardare gli eventi esterni senza soffermarsi sulle potenzialità interne insite nell’animo umano, rimpiangendo tempi migliori.
“Nessuno si toglie la vita in un posto così pieno di vita. Bisogna solo dare alle cose la loro giusta dimensione, dare ad ogni evento la giusta valenza ed evitare di accumulare rimpianti. Il rimpianto, come si sa, è uno spreco di energia” (da Il Venditore di attimi)

mercoledì 18 settembre 2013

RECENSIONE SUL PERIODICO "L'ARALDO"

Anche il periodico "L'araldo" diretto da Joseph Cacioppo pubblica un articolo sul libro "Giuseppe Mario Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti" che sta riscuotendo apprezzamenti, eppure per l’Enciclopedia della Sicilia, pubblicata da Ricci grazie alle generosità di mamma Regione, Giuseppe Mario Bellanca, pioniere dell’aviazione mondiale, non esiste. Non c’è traccia nelle migliaia di pagine del volumone.
L’ingegnere aeronautico Bellanca, geniale inventore di caratura internazionale, come scrive il giornalista Tano Gullo nella introduzione al libro, è una delle tante vittime della sicula dimenticanza. Ed è un fantasma perfino a Sciacca, paese dove è nato nel 1886. Solo una striminzita stradina intitolata ai non meglio identificati "Fratelli Bellanca" (gli altri due erano un sindacalista e il direttore di un giornale locale, e viene da pensare che forse l’omaggio era rivolto a uno dei suoi due congiunti), e una targa nella scalcinata facciata di una vecchia casupola del porto che ne ricorda i natali posta dai familiari dopo la sua morte. Vale a dire poca roba rispetto ai meriti scientifici del personaggio.
Senza timori di smentite riteniamo che sia uno dei massimi cervelli scientifici che la Sicilia abbia generato. Nel settore aeronautico ha lo stesso peso specifico che hanno i Marconi, i Volta i Pacinotti in altri comparti.

mercoledì 11 settembre 2013

LE AUTORITA' CITTADINE REGALANO IL "BELLANCA"


Le autorità cittadine hanno ricevuto il generale di corpo d’armata Corrado Dalzini, comandante della Regione Militare Sud dell’Esercito Italiano. L’incontro è avvenuto nell’Ufficio di Gabinettto, al Palazzo di Città. A riceverlo il sindaco Fabrizio Di Paola, il presidente del Consiglio comunale Calogero Bono, il segretario generale Carmelo Burgio, gli assessori Salvatore Monte e Ignazio Bivona, il consigliere comunale Filippo Falautano. Ad accompagnare il generale Corrado Dalzini, due architetti saccensi della cosiddetta Riserva Selezionata, corpo di professionisti in forza allo Stato Maggiore dell’Esercito: il consigliere comunale Pasquale Bentivegna (grado capitano) e Giacomo Filippo Lo Cicero (grado maggiore).
Nel corso dell’incontro si è parlato della situazione geopolitica nel Mediterraneo con riferimento agli eventi in Siria, del ruolo strategico della Sicilia, della bellezza dell’isola e della specificità di Sciacca. “Siete fortunati – ha detto il generale Corrado Dalzini -. Abitate in una realtà indescrivibile, da vivere. E’ una regione che non ha eguali, che merita tanto, che mette assieme tante diversità”.
Il sindaco Fabrizio Di Paola e il presidente del Consiglio comunale Calogero Bono hanno ringraziato il generale Corrado Dalzini per la cortese visita, illustrando le principali peculiarità di Sciacca e del suo ricco territorio, che intende costituirsi in un Libero Consorzio di Comuni che in sostituzione delle abolite Province.
Al termine dell’incontro, il sindaco Di Paola e il presidente del Consiglio Bono hanno donato al generale Dalzini un quadro in ceramica di Sciacca, un volume di foto sulle principali attrazioni della città e il libro dello scrittore Accursio Soldano su “Giuseppe Mario Bellanca e i pionieri sulle macchine volanti”.

martedì 23 luglio 2013

IN LIBRERIA IL LIBRO SU GIUSEPPE BELLANCA

Giancarlo Mazzuca
Direttore Responsabile
Il Giorno”

Dalla introduzione... 
"Mancava qualcosa che raccontasse la storia di Giuseppe Bellanca, un siciliano nato in un piccolo paese in provincia di Agrigento ed emigrato giovanissimo in America che, sebbene sia stato il pioniere dell'aviazione mondiale, sebbene sia conosciuto in tutto il mondo come colui che rivoluzionò il modo di volare, in Italia, e soprattutto nella sua terra natia è praticamente sconosciuto. Abituati a scrivere di poeti, biografie di politici più o meno famosi e persino di calciatori, molti “eroi” nostrani rimangono sconosciuti fino a quando qualcuno non va a spulciare nelle carte accatastate in qualche cassetto dimenticato.

Eppure all'uscita dall'aeroporto “Fiorello La Guardia” di New York c'è una strada dedicata a lui. E anche nel Maryland, in California, nel New Caste etc... Questo libro è una raccolta sistematica di eventi, fatti, documenti che ne testimoniano la grandezza. Ma non solo di Bellanca, anche di tutti quei piloti, quei temerari che sulle “macchine volanti” cercarono la gloria nel tentativo di attraversare gli oceani..."

martedì 25 giugno 2013

IL VENDITORE DI ATTIMI SUL MAGAZINE "PERIODICO ITALIANO"

Nessuno pone fine alla propria esistenza in un posto pieno di vita. Su questo assunto si sviluppa “Il venditore di attimi”, adattamento teatrale di Mariella Gravinese del romanzo omonimo di Accursio Soldano. Una tragedia familiare che ruota attorno al protagonista, Alfred, un cuoco che ha perso il lavoro e, di conseguenza, decide di farla finita recandosi sulla riva del mare. Proprio il lavoro era stato il motivo del suo allontanamento dal padre, che non ha più visto per cinque anni e che rivede giusto in tempo sul letto di morte. Ora quel lavoro non c’è più e rischia di rovinare anche le relazioni con il resto della famiglia: il peso della responsabilità familiare incombe al punto da spingere il padre-marito a recarsi su una spiaggia e tentare il suicidio. È qui che incontra casualmente un tizio ben vestito che incomincia a raccontargli storie. Dapprima Alfred si dichiara infastidito da quei racconti, i cui protagonisti sono tutti folli: dal medico di un ospedale psichiatrico a Ian, che trascorre ormai le sue giornate all’interno di una stanza coi suoi libri di geografia, in ricordo dei viaggi trascorsi. Il tempo, però, cambia le cose. Gli ‘amici’ di cui lo sconosciuto narra, hanno terminato male la loro esistenza, decidendo di ‘chiudere’ col passato, definitivamente. E Alfred?
Posto dinnanzi al suo dilemma personale, cosa deciderà di fare? Il suicidio è là che incombe sotto le spoglie di una subdola soluzione, pronto a sollevarlo da ogni responsabilità e da ogni incertezza.
Una rappresentazione suggestiva incornicia il dramma di un uomo, che crede di non aver più nulla da perdere, che accarezza la tentazione di un gesto estremo, un attimo in grado di spazzare via ogni angoscia. Un istante  che viene spazzato via dal racconto di altre storie, altre vite, altre difficoltà. “Vendo attimi, quelli che la gente perde quando sceglie”, racconta il personaggio misterioso. E forse, è proprio di qualche attimo in più che Alfred aveva bisogno per capire meglio se stesso. Una sorpresa finale rivelerà la verità di quei racconti e darà il senso alla storia.La pièce è un’occasione per riflettere sulla irripetibilità degli attimi che compongono un’intera vita e che spesso ci lasciamo sfuggire. Racconti orribili di ordinaria follia che “se ne va passeggiando per il mondo e non c’è luogo ove non risplenda”.
Gaetano Massimo Macrì

RECENSIONE SU TEATRO.ORG

IL VENDITORE DI ATTIMI
All'origine de Il venditore di attimi c'è l'omonimo romanzo di Accursio Soldano, pubblicato nel 2012 per i tipi della Graphofeel, casa editrice romana che ha all'attivo romanzi, biografie e saggi di argomento storico.

Giornalista, siciliano di Sciacca,  Soldano nel suo romanzo racconta dell'incontro tra un suicida e un uomo misterioso e senza nome (lo verremo a sapere solo alla fine e sarà  una chiara citazione letteraria) che lo
intrattiene suo malgrado raccontandogli le vicende di alcune delle persone che dice di avere conosciuto durante i suoi viaggi, in realtà personaggi di trame di romanzi celebri.

Sodano con una scrittura curiosa, divertente e divertita,  partendo dalla convinzione, discutibile e paternalistica, che il suicidio sia una fuga e una rinuncia alla vita, compone un inno alla lettura e alla vita (compresa quella familiare, con particolare attenzione per i rapporti genitori figli) tramite  un regesto di personaggi letterari dalla fine tragica grazie ai quali il protagonista del suo romanzo riesce a far desistere l'aspirante suicida dal suo intento.

Il romanzo non è passato inosservato all'attrice e regista Mariella Gravinese, che ha deciso di trarne un
adattamento teatrale per la compagnia pesarese La nuvola, presentandola in prima nazionale al Fringe. 

Oltre a firmare la regia Gravinese interpreta il personaggio maschile misterioso che racconta le storie dei suoi amici al giovane padre di famiglia aspirante suicida, mitigando così la misoginia che, in tralice, percorre l'intero romanzo, nel quale si leggono perle come:
"Già non sopportava tutti questi predicatori in giro per la città figuriamoci se poi a farlo fosse una donna" (p. 55).
"Le donne, si sa, sono diffidenti e cominciano a fare domande. Che ci facevi in spiaggia? Mica è estate! E che ci facevi in spiaggia con un uomo? Non sarai mica diventato frocio?" (p.57).
Nell'adattamento di Gravinese rimane ben poco delle considerazioni fatte dall'io narrante del romanzo (esterno ai due personaggi) mentre le trame di romanzi sono ridotte all'essenziale,  togliendo in qualche caso un po' di prevedibilità e qualche naivetè all'originale (certe citazioni troppo scolastiche come il cartesiano cogito ergo sum, completamente fuori contesto) ma a volte anche spessore a certe riflessioni o
all'eleganza dell'impianto citazionale del romanzo.

Gravinese trova comunque una misura felice non solo nell'opera di selezione e di riduzione del testo letterario ma anche nell'allestimento teatrale potendo contare sulla propria notevole presenza scenica e su una recitazione calibratissima che sa farsi astratta quando serve e naturalistica in alcuni momenti indovinati.
Meno immediati e riusciti i personaggi interpretati da Demian Aprea e Roberto Siepi, che risentono soprattutto di una certa impacciataggine nel loro stare sul palco, caratteristica che, seguendo una buona intuizione, Gravinese non cerca di eliminare quanto di sfruttare, chiedendo a entrambi una serie di movimenti scenici e di esitazioni del personaggio con l'intento di far diventare quel loro limite cifra stilistica, riuscendoci però solo in parte.

Rimane il dubbio sul senso generale di questa riduzione che,  nonostante le scene d'apertura e di chiusura senza dialoghi, ha nella parola l'unico motore narrativo e non prova a sfruttare mai davvero le capacità visive del teatro tanto che una persona non vedente avrebbe potuto agevolmente seguire la storia raccontata senza mancare di nessuna informazione.
Una scelta dettata probabilmente anche dal senso di rispetto e di omaggio per il  testo letterario dal quale lo spettacolo è tratto, trad(uc)endo l'origine letteraria con un orizzonte naturalistico, dai rumori del mare alla birra bevuta al bar - e sulla scena si beve del cinematografico te -, che al romanzo manca.
Alessandro Paesano

UNA BELLA RECENSIONE SUL LAVORO TEATRALE

Il tempo è un’entità sfuggente, che nei millenni i filosofi hanno cercato di definire: del tempo, ci si rende conto solo dopo che è passato, o quando lo si prefigura nel futuro, ma molto raramente mentre passa, mentre accade. Gli attimi, quel frammento incommensurabilmente piccolo nel quale si può fare la differenza fra la vita e la morte, spesso non vengono percepiti in quanto tali.
Un uomo di fronte al mare, con un’intenzione precisa: farla finita. Con la vita, con la famiglia, con il lavoro, con il mondo. Far finire il mondo, e il tempo. Solo un attimo, lo divide dalla decisione sul continuare a vivere oppure terminare l’esistenza.
Ed è proprio in questo attimo di attesa, che interviene l’imponderabile: l’incontro con un’altra persona. Improvvisamente, l’attimo si dilata: appaiono storie, appaiono ricordi, immagini, emozioni. Appaiono le altre prospettive dalle quali guardare allo stesso profondissimo mare, fonte di gioia o di dolore, di nostalgia o di allegria. Quando si incontra qualcuno che la pensa diversamente da noi, sul mondo che ci circonda, ciò di cui ci si accorge è che anche noi abbiamo un pensiero e una proiezione sul mondo. Il mare, come il tempo, è sempre stato lì, ad aspettare qualcuno che lo guardasse e ne traesse ciò che gli serviva per la sua vita.
In questo coraggioso spettacolo, Mariella Gravinese e gli attori della Compagnia La Nuvola si confrontano con il lato oscuro della vita, il male di vivere che la nostra società ha bollato patologicamente come depressione, per sviscerarne il maggior numero possibile di aspetti e di declinazioni. È vero: alcune persone, non reggono il mare, e veramente, lasciano il tempo per l’eternità inconoscibile della morte. Altri, invece, lo guardano a lungo, molto a lungo, finché non rivela il suo aspetto propulsivo, dinamico.
Ed è solo allora, dopo aver affrontato i nostri lati oscuri, che finalmente nasce la danza finale dell’attore, rimasto solo sul palcoscenico, mentre si lancia in un ultimo valzer travolgente. Danza l’attore, danza il tempo che passa e l’innumerevole sequenza di attimi, in una musica che forse non finirà mai.

giovedì 23 maggio 2013

IL VENDITORE DI ATTIMI AL "FRINGE" DI ROMA


Roma Fringe Festival 2013 – Parco del Teatro
Il Teatro dichiara indipendenza
15 giugno – 14 luglio 2013
Villa Mercede – Via Tiburtina 113 (quart. San Lorenzo)

Dopo le 20.000 presenze dello scorso annoper assistere al più grande festival italiano del Teatro Off, dal 15 giugno al 14 luglio 2013 arriva la seconda edizione delRoma Fringe Festival, con il Patrocinio della World Fringe Society, del Municipio Roma 2 (ex 3) e delle Biblioteche di Roma.
Torna così nel cuore verde di Roma, a Villa Mercede nella zona di San Lorenzo, quartiere universitario, il Parco del Teatro: 3 aree palco, con 30 giorni di programmazione, 72 spettacoli – 9 al giorno, per oltre di 230 repliche.
L72 compagnie del Roma Fringe Festival portano in scena una fetta di quelteatro fuori dai circuiti e spesso fuori dagli schemi che merita e cerca visibilità, offrendo allo spettatore una varietà di proposte ampia e articolata.
Una vera e propria festa dell’arte e del teatro indipendente che attraverso l’attore vivo, contaminato e più che mai “umano” chiama a raccolta dagli studenti alle famiglie, dai cultori ai critici e restituisce al pubblico una dimensione artistica ancora in grado di comunicare...e raccontare storie.
Grande novità 2013, che vede il Roma Fringe Festival membro ufficiale della World Fringe Society, saranno gli ospiti internazionali provenienti da Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna e ancora una volta gli incontri tematici tra presentazione di libri, rinfreschi a tema e tante iniziative all’insegna della cultura, la sostenibilità, l’incontro artistico e molto altro ancora.
Villa Mercede, Via Tiburtina 113 (Roma, quartiere San Lorenzo), tutti i giorni a partire dalle 18.00. Ingr. gratuito alla Villa, Spettacoli 5 euro.

martedì 14 maggio 2013

INTERVISTA SU AGRIGENTOSETTE


ACCURSIO SOLDANO "Un attimo ti cambia la vita"

Il giornalista saccense racconta di sè e del suo primo romanzo "Il venditore di attimi"

di Michele Scimè - 08/05/2013http://sciacca.agrigentosette.it/libri/attimo-cambia-vita-7686.php
 Accursio Soldano da anni racconta la sua Sciacca in tivù e suoi giornali. Ha cominciato per caso a raccontare i fatti della città delle Terme, dapprima facendo il corrispondente da Sciacca per il notiziario di Radio Agrigento 1, la storica radio libera agrigentina diretta da Paolo Punturello che negli anni Settanta e Ottanta era considerata d'avanguardia in tutta la provincia. Poi per Accursio arrivarono gli esordi con il quotidiano “L'Ora” di Palermo, quindi una breve parentesi con “I Siciliani” di Catania ed infine anni di collaborazione con la redazione palermitana del quotidiano “La Repubblica” e con l'emittente televisiva Tele Radio Sciacca. In mezzo, una laurea in Filosofia, con una tesi dedicata al comico americano Lenny Bruce che in Italia era stato fonte di ispirazione per artisti come Paolo Rossi e Daniele Luttazzi, un premio nazionale di Teatro con la scrittura di un atto unico, un premio internazionale di giornalismo con una inchiesta sui preti pedofili. Poi, dopo 27 anni di giornalismo arriva al romanzo, pubblicando per la casa editrice romana Graphofeel “Il venditore di attimi”.
Accursio, avevi già dato alle stampe altre cose, come ad esempio raccolte di tuoi articoli o quella pubblicazione in cui rifacevi la storia di Sciacca attraverso i sindaci del dopoguerra. Ma un romanzo è qualcosa di molto diverso da tutto questo. Com'è nato "Il venditore di attimi"?
E' nato per caso, un giorno passando davanti la mia piccola libreria di casa mi sono fermato a guardare i libri. Mi sono chiesto che effetto avrebbe fatto se uno di quei personaggi fosse uscito da quelle pagine per parlarmi del suo autore, spiegarmi com'era nata l'idea di scrivere quel libro e di inventare quella storia. Insomma, per parafrasare Pirandello, che peraltro viene citato nel mio libro, ho visto quei libri come non tanto personaggi in cerca d'autore, ma in cerca di lettori. E il lettore ero io. Rileggendo i libri che cito nel “Venditore di attimi” mi sono accorto ad, esempio, che Jan Potocki è stato il primo europeo a volare in mongolfiera e che il personaggio principale del suo libro ama viaggiare. Di contro, il personaggio di “Diario di Bordo” di Jean Paul vola in mongolfiera e l'autore ama viaggiare. Ma a rileggere, da attento lettore e con una visione d'insieme, si scoprono tantissime cose.
Il 16 giugno al Roma Fringe Festival il "Venditore" debutta in teatro con l'adattamento di Mariella Gravinese, che oltre a curarne la regia va anche in scena insieme a Demian Aprea e Roberto Siepi... 
Sì, sarà certamente una grande emozione e una grande soddisfazione. Ma incrociamo le dita...
Parliamo del libro allora...
“Chiarisco subito che malgrado la storia possa apparire triste, in realtà è un romanzo ottimista, un invito a non guardare mai un solo lato della stessa medaglia ed a trovare la giusta dimensione in ogni cosa”
Chi è il venditore di attimi?
In realtà potrebbe anche non essere una persona, ma l'attimo stesso, quello che intercorre fra il dire e il fare o per dirla con Aristotele, quell'attimo che sta in mezzo fra la “potenza” e “l'atto”. Il fatto è che molte volte non ci soffermiamo mai abbastanza ad analizzare una situazione e prendiamo per buona la prima sensazione mentre se riflettessimo un po' di più troveremmo sempre un lato positivo che ci permetterebbe di andare avanti. Qualcuno leggendo il romanzo  mi ha detto che secondo lui, il personaggio dello sconosciuto è Dio.
Nel romanzo però, lo sconosciuto racconta tutta una serie di storie tristi.
Sono tristi all'apparenza. Nel romanzo c'è un padre di famiglia che, pur senza motivi apparentemente validi, ma preso dallo sconforto per la situazione generale vuole sucidarsi, ed uno sconosciuto che gli si siede accanto e comincia a raccontargli storie di ogni sorta. Quello che viene fuori, per l'attento lettore, non è la morte vista come fine, ma una visione della vita diversa. Quando lo sconosciuto racconta ad Alfred la storia di Jan e del suo amico Alfonso, quello che risalta non è l'attesa dell'incontro, che magari non farà mai, quanto la possibilità di averlo. Molte volte riflettiamo poco sulle “possibilità”.
Cioè?
Era mia intenzione fare uscire i personaggi dalle pagine dei libri. Non tanto personaggi in cerca d'autore, ma autori che presentano le loro storie e che sono in cerca di lettori. Insomma, io lo definisco un giallo letterario, dove non si deve scoprire un colpevole, ma riscoprire la bellezza del leggere. Mi sa che sto complicando tutto, ma ogni volta che parlo del mio romanzo mi viene difficile spiegarlo perché non vorrei togliere al lettore il piacere della scoperta.
Torniamo agli attimi ed alla loro importanza...
La nostra vita va avanti ad attimi, va avanti a tentativi, come diceva qualcuno, noi siamo grandi scialacquatori di attimi, li facciamo passare inosservati e non li prendiamo in considerazione. Eppure, molte volte un attimo può cambiare una vita.
In un romanzo c'è chiaramente una dose di fantasia, ma anche un po' di vita vissuta. C'è qualcosa di autobiografico in questo romanzo? O comunque, qual è stato, per esempio, un attimo che a te ha cambiato la vita? 
Di autobiografico c'è la consapevolezza che prima o poi bisogna morire, solo che in molti casi viene relativamente facile accettare questa condizione umana, molto difficile accettare la morte di una persona cara. Io ho capito, dopo 30 anni, che quando una persona cara muore non bisogna essere tristi, ma ringraziare per essere stati scelti, in mezzo a tanti, per renderle felici i suoi giorni. Trasformare il dolore in felicità perché la vita va avanti a tentativi, qualcuno va bene, qualche altro va male, ma alla fine tutto si compensa. Di attimi che mi hanno cambiato la vita ce ne sono stati parecchi. Il mio primo esame alla facoltà di Filosofia, ad esempio. Provenivo dal Geometra e quando aprii il primo volume di storia della filosofia e cominciai a leggere le teorie filosofiche la prima cosa che pensai fu: ma allora ho sbagliato tutto?
So che hai già nel cassetto un nuovo lavoro. Vuoi dire di cosa si tratta? 
E' la storia di Giuseppe Bellanca, un siciliano che dopo gli studi a Milano emigrò in America e divenne un pioniere dell'aviazione. Giuseppe Bellancaè il siciliano entrato nella storia dell'aviazione mondiale. Una vita, la sua, fatta di grandi conquiste e di una sola grande delusione: non aver venduto il suo monoplano a Lindbergh per la trasvolata in solitario da New York a Parigi. Ma se oggi abbiamo aeroplani pressurizzati, se ci sono i paracadute o le radio, se si può volare tranquillamente oltre oceano lo si deve al genio di questo siciliano. Stranamente però, se esci dall'aeroporto “La Guardia” di New York trovi una via dedicata a Bellanca, se vai a Sciacca c'è solo una via fratelli Bellanca (senza nome) e in pochi sanno che se oggi prendiamo un aereo il merito è soprattutto suo. E' una specie di tributo doveroso ad un grande siciliano.

mercoledì 8 maggio 2013

RECENSIONE SU TGCOM 24

http://www.tgcom24.mediaset.it/cultura/articoli/1093501/il-venditore-di-attimi-dalla-carta-al-palcoscenico.shtml


Il venditore di attimi

dalla carta al palcoscenico

A giugno la prima dell'adattamento teatrale del romanzo di Soldano. Una storia che con semplicità e calore invita a riscoprire la piacevolezza della lettura

FOTO WEB


















Sulla spiaggia di Brighton la disperazione pone di fronte
 a un bivio, annullarsi nel più drammatico dei gesti o
trovare il coraggio di stringere i denti e andare avanti.
L’attimo. Quell’istante in cui un pensiero diventa
decisione e la decisione diventa atto.

L’attimo non torna e le conseguenze delle nostre azioni non possono essere evitate.
Attorno a questi frammenti di vita si snoda il racconto di Accursio Soldano, che affida a un enigmatico,
distinto signore dall’oscura identità l’insolito mestiere di “Venditore di attimi”.
Il romanzo d’esordio del giornalista siciliano è una lode alla lettura, zeppa di riferimenti a testi più o meno
 noti della cultura occidentale. La tesi è chiara: sull’orlo della scelta irreversibile, prenditi del tempo,
rifletti e magari lasciati consigliare dai classici della letteratura. Le storie selezionate da Soldano
sono accomunate da un epilogo  infelice, come molte esistenze del resto, ma vengono comunque
ricordate perché rappresentano un tentativo di cambiamento  e non una resa passiva di fronte 
agli eventi.
A raccontarle è un personaggio strambo e invadente, che sembra uscito da “Il maestro e Margherita”
di Bulgakov giusto in tempo per redimere un padre di famiglia sul punto di suicidarsi.
Per farlo dà fondo alle sue riminiscenze letterarie, rispolverando anedotti e citazioni in genere originali,
dalle tetre filastrocche di Hoffmann al solito, tediosissimo Werther.
Una storia che ha ricevuto numerosi consensi e apprezzamenti. Da ultimo quello dell'attrice e scrittice romana Mariella Gravinese, che ha deciso di curarne l'adattamento teatrale: 
"Un libro che evoca situazioni vissute, storie immaginate, coincidenze straordinarie
 - scrive la Gravinese su Facebook - questo libro mi ricorda diversi autori sia della letteratura
che del teatro. Storie di uomini, che sono un po' la storia di ognuno di noi".
La pièce debutterà il 16 giugno nel corso del Roma Fringe Festival.
Lo stile di Soldano è lieve, ingenuo, e disegna una storia che si fa leggere per la sua semplicità
 e tenerezza: ne esce un invito a rivalutare il piacere della lettura, lasciandosi coccolare 
dai versi e rapire dall’avventura. In sostanza, questo libro invoglia a viaggiare gratuitamente
con la mente e, una volta ripiombati nella vita reale, a collezionare ogni attimo nella consapevolezza
della sua irrepetibilità.
A suggerirlo è il curioso sconosciuto, uno dei tanti che incontriamo sulla nostra strada e di cui abbiamo
una visione limitata e superficiale perché, in fondo, non abbiamo interesse a conoscere.
Un personaggio che non rivela mai il proprio nome e non accetta definizioni perché è uno, nessuno
e centomila.