mercoledì 21 settembre 2011

GELA INTITOLA UNA VIA AD UN FAMOSO LATITANTE

Giovedì prossimo, 22 settembre, alle ore 11,30, una strada cittadina di Gela, in provincia di Agrigento,  sarà intitolata ad un famoso latitante Bettino Craxi che alla Camera dei Deputati il 3 luglio 1992, durante il discorso di fiducia al governo Amato I, non solo dichiarò di aver preso soldi illeciti per finanziare il suo partito, ma chiamò in correità tutto il Parlamento dichiarando «spergiuro» chi avesse negato di non averne fatto ricorso.
Naturalmente alla cerimonia saranno presenti gli ultimi socialisti rimasti in Italia e sull'isola, quegli ultimi Mohicani che cercano di preservarsi dall'estinzione. La figlia del leader socialista, Stefania, sottosegretario di Stato agli Esteri e presidente della Fondazione Craxi, il sindaco di Gela Angelo Fasulo, il segretario regionale del Psi Giovanni Palillo, il segretario cittadino Giovambattista Mauro, il capogruppo socialista al comune di Gela Piero Lo Nigro e l’ex ministro Salvo Andò. Dopo l’intitolazione il sottosegretario Craxi si recherà in Municipio per incontrare la giunta e il Consiglio comunale che, sicuramente saranno tutti sorridenti e magari, come discorso di benvenuto leggeranno le sentenze di condanna che, lo ricordiamo al sindaco Angelo Fasulo, sono queste:

Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato a:
5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai;
4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese
Per tutti gli altri processi in cui era imputato (alcuni dei quali in secondo o in terzo grado di giudizio), è stata pronunciata sentenza di estinzione del reato a causa del decesso dell'imputato.
Fino a quel momento Craxi era stato condannato a:
4 anni e una multa di 20 miliardi di lire in primo grado per il caso All Iberian pena poi prescritta in appello il 26 ottobre1999
5 anni e 5 mesi in primo grado per tangenti Enel
5 anni e 9 mesi in appello per il conto protezione, sentenza poi annullata dalla Cassazione con rinvio il 15 giugno 1999;
3 anni in appello bis per il caso Enimont; e rinviato a giudizio il 25 marzo 1998 per i fondi neri Montedison e il 30 novembre 1998 per i fondi neri Eni.
Caro sindaco, per le nuove vie della città di Gela, può andare alla Caserma dei Carabinieri o dai magistrati per farsi dare l'elenco dei latitanti. Magari ne troverà qualcuno che abbia subito meno condanne e potrà intitolargli una piazza!
Sono veramente indignato!