lunedì 24 gennaio 2011

PRESENTATO "DON VITO" LE VERITA' DI MASSIMO CIANCIMINO

In una affollata e fredda ex chiesa di Santa Margherita, Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito Ciaincimino, l’uomo che per decenni ebbe contatti con i maggiori boss della mafia, da Bontade a Provenzano a Riina, ha presentato il suo libro, scritto a quattro mani con il giornalista Francesco la Licata, nel quale racconta la sua verità sui fatti di mafia che videro coinvolto suo padre. Non un pentito, non un collaboratore di giustizia, ma come lui stesso ha precisato, solo uno che risponde alle domande dei magistrati per permettere al figlio di vivere una vita tranquilla e non sotto scorta. 
Massimo Ciancimino, ovvero uno che ha dovuto chiedere scusa alla città di Palermo per conto di suo padre. A seguire il dibattito c’era l’altra Sciacca. Nel vero senso del termine. Non c’erano i cosiddetti uomini di cultura paesani, forse troppo snob per apparire come semplici spettatori, ma sempre pronti a contendersi il titolo di "storico e letterato". non c’erano politici, né di destra e neppure di sinistra, evidentemente troppo impegnati davanti la Tv per vedere se nel frattempo è arrivata qualche lettera anonima a qualche amministratore locale e poter scrivere un comunicato di solidarietà. Perché una solidarietà scritta non si nega a nessuno, non costa niente, e poi, vuoi mettere... ti serve per farti pubblicità. Non c’era il sindaco e neppure un assessore, a parte un ritardatario Gianfranco Vecchio arrivato giusto in tempo per timbrare la sua presenza con una domanda. Sarà che la giunta di sinistra, a furia di cambiare è diventata qualunquista, o sarà che gli amministratori erano impegnati con gli impianti fotovoltaici? Non c’erano consiglieri comunali, e non c’erano i professionisti dell’antimafia, quelli che dicono che la mafia bisogna combatterla, però quando hanno davanti un uomo che testimonia ai processi contro Riina preferiscono starsene a casa, non si sa mai! E così, con l’Altra Sciacca seduta ad ascoltare, quella degli uomini e donne che non scrivono comunicati, ma che leggono libri e magari qualche quotidiano, Ciancimino ha parlato della sua vita, di quella di suo padre e di ciò che si dovrebbe fare per combattere la mafia.