lunedì 3 gennaio 2011

NON BASTA UNA SCRITTA SUL CARTELLO STRADALE...

I consiglieri comunali Francesco Fiorino e Giuseppe Ambrogio hanno presentato all'amministrazione comunale una mozione di indirizzo per cambiare il nome della città da Sciacca a Sciacca Terme.
I due consiglieri del PD sostengono che le Terme di Sciacca sono tra le più rinomate in Europa, conosciute ed apprezzate fin dai tempi degli antichi greci e rappresentano certamente una delle più importanti risorse della nostra città, grazie alle proprietà terapeutiche dei suoi fanghi, bagni, vapori e inalazioni, e propongono quindi che il Consiglio Comunale esprima un indirizzo volto ad impegnare l’Amministrazione a porre in essere tutti i provvedimenti necessari per procedere alla modifica del nome della nostra città.
Storia Vecchia!
Ci provò il sindaco Ignazio Cucchiara con un referendum, «L'aggiunta di Terme al nostro toponimo - dichiarò Cucchiara - consentirà finalmente ai nostri concittadini di identificarsi nella risorsa più importante del territorio, quella termale, e di affermare la tradizione che vede Sciacca conosciuta in tutto il mondo proprio per le sue terme». Ma senza successo, i cittadini, quei pochi che votarono, dissero di no, anzi non fu raggiunto il quorum al referendum popolare per il cambiamento del nome della citta' di Sciacca in Sciacca Terme. Alle ore 22 di quel fatidico giorno termale, aveva votato solo il 28% degli aventi diritto, cifra lontana dalla soglia minima del 50% piu' uno, necessaria per la validita' della consultazione. Per Cucchiara si era persa un'occasione storica.
Adesso i due consiglieri ci riprovano, ma, come disse qualcuno,  una scritta su un cartello stradale non può cambiare le sorti di una comunità. Sciacca o Sciacca terme, le buche restano, le fogne pure e la sporcizia non diminuisce!

E' DELL'OSPEDALE DI MENFI L'IMMOBILE IN CUI NESSUNO PAGA L'AFFITTO

Scoppia il caso degli immobili di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento dimenticati o nei quali gli inquilini non pagano l'affitto perché la stessa azienda si è proprio dimenticata di possederli.
La patata bollente la lanciò l'assessore alla sanità Massimo Russo dichiarando che l'ASP di Agrigento possiede oltre 200 immobili, alcuni dei quali a Roma e in cui abitano un famoso regista televisivo agrigentino e una nota attrice ed ha annunciato una indagine sul numero di immobili di proprietà delle Aziende sanitarie provinciali. Alla domanda, però se il noto regista tv, autore di numerosi programmi televisivi della Rai, e l’attrice pagassero l’affitto equo alle abitazioni, l’assessore Russo ha allargato le braccia: “In alcuni casi - ha spiegato - le locazioni sono basse o quasi nulle”, senza però specificare a chi facesse riferimento. Ma tutti hanno capito che si tratterebbe di Michele Guardì. I beni di proprietà delle aziende sanitarie siciliane sono costituti soprattutto da lasciti, ecco perché ci sono anche feudi e diversi terreni e con l’alienazione di alcuni di questi beni si riuscirebbe ad incassare almeno 845 milioni di euro. Proprio ieri poi, è scoppiato il caso del palazzo di Palermo di proprietà dell'azienda sanitaria provinciale di Agrigento i cui inquilini dal 1978 non pagano gli affitti all'ente. Ebbene, quell'immobile sito in piazza marina 87, di mq 495, costituito da piano terra, ammezzato, primo e secondo piano è di proprietà dell'ospedale di Menfi, un nosocomio che nel 1967 aveva un patrimonio derivante da donazioni di 1 miliardo e 800 milioni di lire e che entrò nella disponibilità delle usl al momento della loro costituzione (1983) Il palazzo fu donato dal dottor Giuseppe Giambalvo, assieme a quello di via Favara-piazza delle Stimmate e di una tenuta agricola in Ventimiglia Sicula. Adesso l'amministrazione comunale di Menfi mette a disposizione dell'assessorato alla Sanità tutta la documentazione storica necessaria per la ricognizione dei beni donati dai menfitani all'ex Ospedale di Menfi e vedere, magari, se anche nei beni di proprietà dell'ospedale di menfi ci sia qualche regista o attore che non paga l'affitto.