venerdì 17 aprile 2009

PRIMA O POI... CROLLA TUTTO

di Accursio Soldano
Ponte della Perriera, città di Sciacca. Un serpentone di auto procede a passo di lumaca. Ci vogliono circa 15 minuti per arrivare dalla Perriera in via Ovidio, transitando sul ponte. Il motivo di questo traffico è presto detto: la frana di via Amendola, interrotta al traffico veicolare a seguito del cedimento del muro di sostegno che reggeva la strada. La strada, si sta spezzando a metà, a causa del peso che la frana sta provocando sul tratto di asfalto sano. Se non si interverrà in tempi brevissimi ci ritroveremo con una vera e propria voragine.
Località stazzone. Cosa impedisce di effettuare la manutenzione in località stazzone? I lavori in corso per il Parf? I consueti ritardi burocratici? La mancanza di soldi per comprare un po’ di asfalto?
E cosa impedisce di intervenire nei pressi del tribunale di Sciacca, in via Salvatore Allende? Proprio all’altezza del curvone panoramico che porta in via Giovanni Amendola un vistosissimo dislivello è sotto gli occhi di tutti. E, allora, ci si chiede, quale causa pendente impedisce di intervenire in quest’occasione?
E se la frana di via Amendola continua inarrestabile il suo lento declino, quale controversia giuridica è in atto in via Lido? Cosa impedisce un’attenta e immediata manutenzione in questo tratto di strada? L’asfalto non esiste più, il guard rail è sprofondato, e non è una situazione nuova. Quel tratto di via Lido è in questa condizione da anni, sembra che nessuno riesca a trovare una soluzione. Non l’ha trovata la vecchia amministrazione, non la trova l’attuale.

E non è migliore la situazione delle strade che costeggiano le nostre spiagge. Basta guardare come è ridotta via Ulisse, la strada che collega la città alla località balneare di San Marco, e come sono ridotte le strade, se così si possono chiamare, di località San Giorgio. La sensazione è che siamo in una situazione di lascismo totale. In attesa di tempi migliori.

Ma una considerazione va fatta, e credo sia importante. Tutti i crolli, i cedimenti, gli avvallamenti, interessano strade costruite durante la speculazione edilizia degli anni 70, quando ci fu la corsa alla cementificazione della Perriera. In quei casi, basta buttare un po' di terra di riporto e creare una strada accanto al palazzone. Una strada che prima o poi crollerà.

E se le strade crollano, se rimangono nel dimenticatoio degli uffici tecnici, non meno preoccupante è la situazione degli edifici privati che, ormai vecchi e abbandonati, stanno crollando sotto il peso degli anni e delle piogge che si infiltrano nei muri.

Via cristoforo colombo: Due crolli nell’ultimo mese, l’ultimo ha interessato un pezzo di muro e una parte del tetto di una abitazione, e ha visto l’intervento dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Due gli interventi messi in atto. Le strisce che delimitano la corsia di marcia in entrambi i lati della carreggiata e il transennameno con pali e recinsione dell’abitazione che, ancora oggi presenta punti critici.
Non è cessato il rischio crolli, e fino a quando non si risolve il problema, vento e pioggia possono indebolire ancora di più la struttura e far crollare quell’altra parte di tetto ancora in piedi, senza contare che la gran quantità di calcinacci e di travi che si trovano all’interno della struttura, derivanti da precedenti crolli, premono contro la facciata principale.
Ma non è la sola abitazione in quelle condizioni. Così come le strade, anche le vecchie abitazioni, al porto, nel rione San Michele, in via castello, crollano a pezzi e nessuno prende provvedimenti seri.
Speriamo di non arrivare al crollo totale. Non solo di quelle case, ma anche della speranza.