venerdì 20 febbraio 2009

E ADESSO ASCOLTIAMO I SOLITI NOTI


E per la nota politica ascoltiamo adesso Cota, Quagliariello e Gasparri.
Pensi che domani si possa cambiare e vedere cosa hanno da dire anche gli altri 300 e passa deputati, e invece il giornalista della RAI, piazzato davanti alla Camera dei deputati, con uno sfondo di passanti che saluta i parenti a casa e li avvisa via cellulare che, “finalmente sono in TV, finalmente anche io ho i miei 15 minuti di popolarità” ci ripropone la stessa cosa. Tutti i giorni. Il “bravo” giornalista, che in questi casi ha solo il compito di piazzare il microfono davanti la bocca degli intervistati e prendere qualche appunto che possa servire da introduzione, dopo la sua breve presentazione sul fatto politico del giorno ci dice che ascolteremo… Cota, Quagliariello e Gasparri. Se poi siamo fortunati e c’è una nota di quel disgraziato di Di Pietro che si vanta di fare opposizione, potremo persino ascoltare Bonaiuti e ammirare le sua mani che gesticolano all’unisono con la bocca, come farebbe papa Benedetto XVI. Altrimenti ci dobbiamo accontentare di vederlo con gli occhialetti da sole e il sorrisino ebete, piazzato dietro Berlusconi.
E tutti i giorni ascoltiamo l’opinione di Cota, Quagliariello e Gasparri (simboli della cultura politica di questa nazione) che sono diventati così familiari da essere scambiati, a seconda della stagione, per i tre briganti della famosa canzone di Modugno, o per i re magi che annunciano solo cose buone e accusano Erode di chissà quale misfatto dialettico. Naturalmente, essendo sempre chiamati a parlare, rispondono quasi a memoria a qualsiasi domanda, e di solito la risposta si articola in una breve, brevissima dissertazione sull’argomento e poi una lunga lunghissima dissertazione su quelli della sinistra che non dialogano, che vanno sempre all’attacco e che… se non ci fossero loro che pensano per noi, saremmo ancora in mano a Che Guevara, Lenin, Topolino, Zagor e Gramsci.
Nei casi più eclatanti, quando il TG ha un po’ di tempo in più, ecco arrivare l’incravattato Capezzone che cerca in tutti i modi di darsi un tono ed una credibilità, ma soprattutto di far vedere a Berlusconi che lui si, adesso è allineato e coperto, (quale minchia di sinistra, ma quale radicali, quei morti di fame che ogni tanto digiunano e che al congresso erano in 39) e che sta prendendo lezioni di tonalità da Bonaiuti (non si sa mai, dovesse prenderne il posto). Naturalmente, qualunque sia l’argomento, la colpa è sempre della sinistra.
L’informazione politica, quella che ci propina la RAI, è un monopolio Cota-Quagliariello-Gasparri, il trio fantasticus, gli unici che hanno qualcosa da dire, ma soprattutto, gli unici che dicono sempre le stesse cose. E meno male che c’è l’inchiesta sugli appalti a Napoli, altrimenti avremmo ancora, tutti i giorni l’Italo Bocchino a parlare di quando ha perso le elezioni in Campania.
L’informazione fa il paese forte, diceva Lenny Bruce. Ma accidenti, quello era un comico!