venerdì 30 ottobre 2009

DA GENTILE A BERLUSCONI... COSA CAMBIA?


Il 30 maggio del 1875, a Castelvetrano, nasceva Giovanni Gentile considerato ancora oggi, con il suo attualismo, uno dei maggiori filosofi contemporanei. Colui che, insieme a Giovanni Treccani creò la famosa Enciclopedia Italiana e che, per le sue numerose cariche culturali e politiche, esercitò un influsso notevole sulla cultura italiana.
Sono passati sessanta anni, da quando sulla soglia della sua abitazione a Firenze, il 15 aprile 1944, Giovanni Gentile veniva ucciso da un commando gappista. I motivi reali di quell’omicidio, nonostante la confessione di tre dei quattro componenti del “gruppo di fuoco” che spararono sette colpi di pistola, e nonostante l'assunzione della piena responsabilità politica rivendicata da Palmiro Togliatti sulle colonne de L'Unità, sono ancora oscuri. Gentile, forse, fu ucciso dai Gruppi di Azione Patriottica, perché si era esposto con un discorso decisamente filonazista all'inaugurazione dell'Accademia d'Italia nel marzo 1944, esaltando il ruolo determinante della Germania.
E pensare che all'inizio fu Marx.
Dopo la Laurea in Filosofia e l'abilitazione all'insegnamento con una tesi proprio su Karl Marx, Gentile, cominciò ad insegnare nel 1906 Storia della Filosofia all'Università di Palermo e nel 1911 dopo essere stato nominato presidente dell'associazione nazionale dei professori universitari, insegnò, sempre nello stesso ateneo, Filosofia Morale.
Poi si trasferisce a Pisa dove insegna Filosofia Teoretica, e infine, dopo avere esposto il principio della sua filosofia nel saggio “La riforma della dialettica hegeliana” pubblicato nel 1913, il trasferimento a Roma. La tesi di Gentile sulla dialettica di Hegel che tanto piacque al regime fascista era semplice. Secondo il filosofo di Castelvetrano, lo sbaglio di Hegel era stato quello di aver tentato, nella sua Scienza della Logica, una dialettica del pensato cioè del concetto, mentre al contrario, l'unica dialettica possibile, poteva essere quella del pensante, cioè del soggetto che pensa. La vera realtà diventa, quindi, il soggetto attuale del pensiero (da qui il termine attualismo). Insomma, una cosa esiste nel momento in cui la pensi, fuori dell'atto del pensiero non esiste né la natura né Dio e neppure il passato e l'avvenire, il male e il bene, l'errore e la verità.
Per spiegare questa sua tesi, Gentile scriveva: “Si prenda qualunque errore e si dimostri bene che è tale, e si vedrà che non ci sarà mai nessuno che voglia assumerne la paternità e sostenerlo”. L'errore, cioè, è errore in quanto riconosciuto e nel momento in cui è riconosciuto è superato. Insomma, nessuno porta avanti e sostiene una tesi pensando che sia sbagliata, e appena riconosce l'errore, questo è già superato. Insomma, lo stesso lavoro che fa oggi il nostro Premier: prima dice una cosa, il giorno dopo la ritratta, ed avendo in questo modo ammesso l'errore, questo è già superato: si passa avanti.
La tesi, come si può immaginare, piacque molto al governo fascista, al punto che nel 1922, con decreto del 31 ottobre lo nominò Ministro della Pubblica Istruzione nel primo governo Mussolini. A questa nomina, Gentile rispose con il “Manifesto degli intellettuali del fascismo”.
L'adesione al fascismo fu la causa della rottura con Benedetto Croce con il quale aveva collaborato nella rivista “La critica”. Dall'amicizia fra i due filosofi si passò ad una polemica puntigliosa che durò parecchi anni. Non meno critico Croce fu nei confronti di Martin Heidegger, soprattutto quando il filosofo tedesco, nel 1933, come rettore dell'Università di Friburgo, pronunciò il discorso su “L'autoaffermazione dell'università tedesca”. Il discorso, come prevedibile, suscitò reazioni negative nel mondo filosofico internazionale, e fu bollato da Benedetto Croce, come “indecente e servile”.
In effetti, la filosofia di Gentile, per la sua esigenza di collegare unitariamente tutti gli aspetti della vita pratica dell'uomo, oltre che per il legame mantenuto con il pensiero di Hegel e della destra storica, culminava in una dottrina etico-totalitaria dello Stato. Esso era visto da Gentile come il momento di unificazione della società. Davanti allo Stato individui e gruppi erano come il “relativo”, di fronte all'assoluto. Stesso discorso può essere fatto oggi. Tutto è relativo tranne il premier. Alla luce di questa visione filosofica dello Stato e dell’individuo, si capisce come il pensiero politico di Gentile possa essersi connesso strettamente col fascismo e con la visione mistica della patria.
Era naturale quindi, che al filosofo di Castelvetrano venisse affidato il compito di riformare l'assetto scolastico ispirandosi all’ideologia politica prevalente nel Paese. Riforma della scuola che, per alcuni versi è ancora valida. Gentile infatti, estese l’obbligo scolastico fino all'età di 14 anni con un corso elementare della durata di 5 anni, creò l’istituzione di scuole speciali per handicappati sensoriali della vista e dell’udito, istituì l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica, e la creazione dell’istituto magistrale per i maestri elementari.
Nel 1943 Gentile fece atto di pubblica adesione alla Repubblica di Salò e un anno dopo venne ucciso davanti la sua casa a Firenze lasciando una serie di scritti filosofici e studi sulle tradizioni culturali delle varie regioni italiane, fra i quali un emblematico “Il tramonto della cultura siciliana”.
Oggi, si potrebbe scrivere un saggio su: Il tramonto della cultura italiana.

mercoledì 28 ottobre 2009

ADDIO ALLA LIBERTA' DI INFORMAZIONE?


Nel caso Marrazzo c'è una cosa che mi ha colpito e mi ha fatto ricordare quel grande comico americano Lenny Bruce che durante una sua performance, prima di essere denunciato varie volte per oscenità, dichiarò che “l'informazione fa il paese forte” più cose si sanno meglio è per tutti. Invece nel caso del presidente della regione Lazio si è avuta la conferma della mancanza di libertà di stampa quando, ricostruendo la vicenda del ricatto, il giornalista di turno ha detto che Berlusconi sapeva, ma aveva rassicurato Marrazzo promettendogli che nei suoi giornali non sarebbe stato pubblicato niente. Il che, al di là della questione Marrazzo, dei suoi gusti sessuali o delle sue scelte, conferma, senza ombra di dubbio che, a parte piccole eccezioni, l'informazione nel Paese viene decisa a tavolino dai proprietari dei giornali e delle Tv, scegliendo, a suo piacimento cosa l'Italia deve sapere e cosa invece non è “necessario” che sappia.
Insomma, questi carabinieri si girano le redazioni dei giornali italiani, parlano con i direttori (compreso il buon Signorini) per vendere un filmato compromettente di un politico. Berlusconi viene avvisato dell'esistenza di questo filmato e decide che quella “informazione” non deve essere data. Domanda: tutti i direttori di testata dei giornali controllati dalla famiglia Berlusconi chiedono il permesso alla pubblicazione di foto o articoli? O è stato solo in questo caso? Vada come vada l'andazzo, quella informazione non s'ha da dare, a conferma che la libertà di stampa in Italia è una utopia.
L'ultima conferma è arrivata dai notiziari di ieri sera, facendo un paragone fra un canale berlusconiano e La7.
Canale5 ha aperto con l'addio di Rutelli al PD, ritenendo quindi che una scelta diversa di un singolo soggetto possa influire sulla stabilità politica di un solo partito (ma secondo me è stato fatto per poter dare a Gasparri la possibilità di ripetere la solita tiritera), la seconda notizia era sul caso Marrazzo (PD) poi si è proseguiti con il presunto scandalo di Firenze (PD) la quarta notizia è stata sull'omicidio del consigliere del PD nel napoletano e... finalmente, la quinta notizia era dedicata al caso Mills, con la Corte D'appello che conferma la condanna e manda il premier (senza il lodo Alfano) a processo. Il giornalista di Canale5, nel suo breve quinto servizio ha detto di sfuggita, quasi impercettibilmente, che nel processo è implicato “anche il premier” guardandosi bene dal fare nome e cognome e chiudendo il servizio molto, ma molto prima dei precedenti, dati con dovizia di particolari.
Cito Canale5 per evitare di citare il recitativo farsesco di Rete4 eletta ormai a simbolo della disinformazione e del lecchinaggio politico.
Ora io credo che, a parte pochi santi, non sappiamo a chi votarci, ma tutta questa vicenda e la situazione in cui vive oggi l'informazione in Italia mi ricorda un'altra performance di Lenny Bruce, quando negli anni 60 diceva che "è molto duro fermare un'informazione, perché la parola in se stessa non ha nessuna conseguenza. Ciò che la costituzione proibisce è un ostacolo al sistema di comunicazione. Non voglio che nessuno limiti il diritto di dire una cosa e sentirla un'altra volta. Perché l'informazione fa il paese forte. Perché la conoscenza della sifilide non è istruttiva? Se non ne sei a conoscenza, e conosci solo le cose buone, e lasciano passare solo le cose buone, diffondendo ciò che essi pensano sia buono, finisci come Hitler".
Oggi, fermare l'informazione è diventato facile. Specialmente se si hanno a disposizione giornali, riviste e TV. Chissà se è nato un altro dittatore?

venerdì 23 ottobre 2009

UN OSPEDALE... TUTTO D'ORO


L'ospedale di Sciacca possiede una mini-riserva aurea. Lo ha scoperto il direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale, Salvatore Olivieri, quando ha ricevuto la telefonata di un funzionario della banca tesoreria del Giovanni Paolo II che chiedeva indicazioni sulla destinazione da dare ad alcuni lingotti d'oro depositati presso l'istituto di credito da alcuni anni.
Una richiesta che lo ha lasciato sorpreso, anche se il mistero è stato subito spiegato dal suo predecessore, Luigi Marano. "Si tratta - ha detto l'ex direttore generale - di un premio che avevamo ricevuto come ospedale tra i più rinomati sul fronte dell'accoglienza nell'ambito di un concorso nazionale". Insomma, come ne il milionario o in qualsiasi concorso televisivo, i premi sulla bravura e sull'efficienza di una azienda ospedaliera non si ricevono in materiale per la farmacia, ma si danno in lingotti d'oro. Per dirla tutta, l'ospedale di sciacca quindi ha partecipato a questo concorso a premi, non sappiamo se lascia o raddoppia, il milionario, I fatti miei, o Vota il tuo ospedale preferito, ed ha vinto, non sappiamo se il primo, il secondo o il terzo premio consistente in un numero imprecisato di lingotti d'oro che l'ex manager dell'ospedale di Sciacca, non potendoli usare nelle corsie, lo ha depositato in banca. D'altronde è vero che l'oro da la vista ai ciechi, ma forse all'ospedale di Sciacca serviva ben altro.
Certo che è veramente incredibile. Sapevamo che c'erano concorsi di tutti i tipi, ma che ci fosse anche un concorso nazionale fra ospedali ci risulta veramente nuovo, ed incredibile, il fatto che i vincitori non ricevano materiale per le proprie strutture ma... lingotti d'oro.
Il peso totale dei lingotti sarebbe di 600 grammi. Oggi la quotazione dell'oro si aggira sui 22 euro al grammo. La mini-riserva dunque avrebbe un valore di 11.000 euro circa. Non certo una grande cifra. Pare comunque che il nuovo manager Olivieri abbia già dato disposizione alla banca di vendere i lingotti e magari, lo diciamo noi, spendano un po' di soldi per lenzuola e ddt contro le zanzare.

POSTO FISSO


Da Micromega

giovedì 22 ottobre 2009

LEONTE: TRE ASSESSORI TECNICI DA SOSTITUIRE


Il tribunale amministrativo regionale ha dicchiarato ammissibile il ricorso elettorale presentato dalla lista Democratica che lo scroso mese di giugno ha partecipato alle elezioni comunali in appoggio al sindaco Vito Bono. La lista non ha raggiunto il quorum per soli due voti ed ha presentato ricorso, patrocinato dall'avvocato Leonardo Cucchiara. Su questa vicenda abbiamo ascoltato l'ex consigliere comunale ed ex assessore Fabio Leonte, il quale è andato anche oltre.
"Il sindaco Vito Bono deve rendersi conto che è stata una vittoria politica, e che non può nominare tre assessori tecnici non riconoscendo il ruolo che il PD ha dato a queste elezioni comunali. Queste le dichiarazioni rese dall'ex assessore Fabio Leonte, intervendo oggi alla trasmissione radiofonica di TRS “Radio trampa”. "Indipendentemente da come andrà il conto delle schede, ha continuato Leonte, è giusto che il PD abbia la sua visibilità in consiglio comunale. I tecnici si nominano se c'è bisogno, non come prima scelta assessoriale".
E non è l'unico. Anche Franco Zammuto e Simone di Paola erano sulla stessa lunghezza d'onda. E domenica si va alle urne per eleggere il segretario nazionale, con un PD che è in fase di "guerriglia" con le scelte di Vito Bono anche se, è giusto dirlo, non gli fa mai mancare il sostegno in consiglio comunale.

MEGLIO IL CARCERE CHE LA MOGLIE


Questa notizia, pubblicata dall'Ansa è veramente incredibile.
Preferisce il carcere alla vita coniugale e allora evade dagli arresti domiciliari e si reca alla stazione dei carabinieri. Dopo essere stato processato per direttissima è stato però nuovamente sottoposto ai domiciliari ed è dovuto tornare a casa. La vicenda, dicono i carabinieri, é avvenuta a Villabate, alle porte di Palermo. Santo Gambino, muratore di 30 anni, si è recato dai militari e si è fatto mettere le manette pur di non litigare più con la moglie che per l'ennesima volta l'aveva accusato di non fare nulla per il sostentamento dei due figli minori. I militari l'hanno così arrestato ma dopo il processo è stato costretto a tornare a casa e a riconciliarsi con la moglie che lo attendeva a casa. L'uomo era ai domiciliari dopo essere stato arrestato nel marzo scorso dai militari della stazione di Ficarazzi per abbandono di rifiuti speciali e ingombranti. Gambino era stato infatti sorpreso a scaricare da un autocarro materiale edile.
Insomma, il Gambino torna a casa e dovrà ancora una volta avere a che fare con la moglie. Gli consigliamo un bel divorzio.

mercoledì 21 ottobre 2009

LA CANTINA CENTOPASSI


Il 27 ottobre alle ore 11:00 il Consorzio Sviluppo e Legalità e l´Associazione Libera inaugurano a S.Cipirello in C.da Don Tomaso la Cantina Centopassi.
Lo stabilimento enologico realizzato dal Consorzio Sviluppo e Legalità in un bene confiscato, ai sensi della legge antimafia, a Giovanni Genovese, è stato finanziato dal Ministero dell´Interno DPS grazie ai fondi del PON Sicurezza 2000-2006.
La Cantina, ubicata in un´area estesa 17 mila metri quadri e circondata da altri 6 ettari di terreno anch´essi confiscati alla mafia, è destinata alla trasformazione di uve di alta qualità, bianche (Chardonnay, Catarratto, Grillo) e rosse (Nero d´Avola, Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, Perricone) prodotte nei vigneti del Consorzio Sviluppo e Legalità. Ha una capacità di 2100 ettolitri per una produzione finale di circa 350.000 bottiglie l´anno.
La struttura nel suo complesso è composta da un padiglione che ospita il ciclo di produzione con le relative attrezzature e macchinari e, leggermente staccato ma collegato da un'unica copertura, un corpo annesso che comprende l´ingresso al pubblico, gli uffici per l´amministrazione, i locali per il personale, spogliatoi con servizi igienici e un laboratorio di analisi; il tutto composto da semplici forme rettangolari coperte da un soffitto "a botte".
La Cantina Centopassi sarà gestita dalla Cooperativa Placido Rizzotto Libera Terra, che grazie ad un cofinanziamento dell´Assessorato regionale dell´Agricoltura nell´ambito della misura 4.06 del P.O.R. Sicilia 2000- 2006 ne ha implementato gli impianti di produzione.
La prossima primavera vedrà qui imbottigliate le selezioni monovarietali Centopassi e i blend della linea Placido Rizzotto; qui si porta al pieno delle possibilità l'ambizione delle cooperative che animano Centopassi di produrre vini di alta qualità, che interpretino lo straordinario territorio del Corleonese.
Mi sa che comincerò a bere del... buon vino!

martedì 20 ottobre 2009

RISPOLVERIAMO IL TEATRO MARCHESA


Oggi, martedì 20, nella mia trasmissione radiofonica ho avuto ospite il consigliere comunale del PD Simone Di Paola (secondo ospite del PD dopo Franco Zammuto). Alla domanda sulla politica culturale dell'amministrazione saccense ha risposto riproponendo un vecchio tema: la mancanza di spazi. A Sciacca ci sono almeno sette associazioni culturali che si occupano di teatro, e nessuna di queste può programmare un proprio cartellone invernale per mancanza di uno spazio teatrale o di una struttura. la proposta di Simone Di Paola è quella di acquisire, da parte del comune, il teatro di contrada Marchesa.
Basterà questo ad avere un cartellone culturale per tutto l'anno? Io credo di no, ma si accettano consigli e suggerimenti.

venerdì 16 ottobre 2009

TUTTO STO CASINO... PER UNA TARTARUGA


Cassette audio e le trascrizioni dell'incontro fra Silvio Berlusconi con una escort sono stati pubblicati su Internet. E si riaccende lo scandalo sulla vita privata del primo ministro.
Il quotidiano italiano La Repubblica e L'Espresso, pubblica frammenti di una conversazione nella camera da letto tra il signor Berlusconi e Patrizia D'Addario, la donna che i suoi collaboratori descrivono come una prostituta.
Ms D'Addario, che ha già parlato con i media, sostiene di aver effettuato le registrazioni nel corso di due visite che ha fatto a Palazzo Grazioli, residenza di Berlusconi a Roma, con una serie di altre donne ad ottobre e novembre dello scorso anno . I nastri sono stati presentati come prova per sostenere le sue accuse.
In uno, presumibilmente registrata il 4 novembre, Berlusconi dice alla signora D'Addario di aspettarlo accanto ad un poster che gli è stato donato da Vladimir Putin, il Primo Ministro russo.
Berlusconi : "Io faccio una doccia. . . e poi mi aspetta sul letto grande..., se ha finito prima "
La D'Addario risponde:" Quale letto. . . quello? "
Berlusconi: "Si."
D'Addario: "Oh, com'è bello, con le tende."
Berlusconi non ha negato che la donna andò nella sua residenza, ma ha detto che non sapeva che fosse una prostituta. E non ha fatto commenti sui nastri.
Un'altra conversazione, si presume sia stata registrata il giorno dopo, ha avuto luogo tra la sig.ra D'Addario e Giampaolo Tarantini, l'imprenditore che è sotto inchiesta da parte dei magistrati di Bari con l'accusa di corruzione e favoreggiamento della prostituzione.
Sig.ra D'Addario dice: "Non abbiamo chiuso gli occhi per tutta la notte."
Mr Tarantini risponde: "Posso immaginare, come è andata?"
Ms D'Addario: "Bene, ma non c'era nessun assegno in pagamento".
Mr Tarantini: "Davvero?"
Ms D'Addario: "Giuro. Come mai? Mi hai detto che ci sarebbe stato un assegno a pagamento. Mi ha dato un piccolo regalo, non so cosa, una piccola tartaruga. "
From The Times July 21, 2009
Josephine McKenna in Rome

giovedì 15 ottobre 2009

SINE FRONTERA... IN DIRETTA A RADIO TRAMPA


Il progetto, nasce nel 2001, da un idea di Antonio Resta (voce, chitarra acustica), che insieme a Simone Rebucci (chitarra elettrica) e Riccardo “mabus” Moretti (batteria) da vita a quello che oggi viene definito, uno dei gruppi Folk-Rock più intensi del panorama musicale italiano. Nel 2002 la band è al completo con Fabio Ferrari (basso) Simone Dalmaschio (percussioni) Paolo Sterzi (violino) e Marco Ferrari (fisarmonica). I Sine Frontera sognano un mondo senza muri mentali e frontiere culturali, suonano in ogni dove, il progetto è in costante movimento e viaggia su un ipotetica linea ferroviaria che passa confini e raccoglie strada facendo, storie e musiche di posti lontani. ”Dall’Irlanda al sud America passando per la bassa padana” la forza del gruppo è il live, nel quale la tenacia, l’esperienza e l’amalgama, creano un sound potente e sincero. le partecipazioni ai concorsi nazionali come Arezzo Wave e le frequenti esibizioni live, hanno portato l’attuale formazione a ricevere consensi sempre maggiori, fino ad aggiudicarsi numerosi premi. Nel 2003 esce il loro primo cd “Sine Frontera” e si aggiudicano il ‘Premio Millenaria di Gonzaga (MN) come “miglior qualità espressiva”, nell’estate del 2004 vincono il Casoni Music Live Festival (RE) che li porterà a salire nel novembre dello stesso anno sul palco del M.E.I. Festival (RA) “meeting delle etichette indipendenti”. Il 2005 li vede protagonisto sul palco del teatro Ariston al Mantova Musica Festival, al fianco di artisti come Eugenio Finardi,Yo Yo Mundi, Teresa De Sio, Roy Paci.. Da qui prende vita la fase più concreta della loro carriera : le loro canzoni cominciano a sentirsi in radio e vengono fatte le prime interviste per radio e giornali; aprono i concerti a The Neck, band irlandese capitanata da Leeson O’Keefe (ex Popes al fianco di Shane Mac Gowan). Sempre nel luglio dello stesso anno esce il loro secondo cd “Sola Andata”. Il tour 2006 raggiunge moltissime regioni italiane, tra cui la Sardegna e termina ad Oradea (Romania) per il Fall Festival dove tra le altre cose aprono il grande concerto degli Alphaville, storica band degli anni ottanta. Nel Giugno del 2007 tornano di nuovo sul palco del Mantova Musica Festival questa volta in veste di ospiti, raccolgono tutto il materiale registrato durante la tournèe e pubblicano il loro terzo lavoro discografico “Live Tour”, una raccolta di brani interamante registrati dal vivo, più un inedito,”La Carovana”. Sarà l’album di addio di Riccardo Moretti e Paolo Sterzi, che poco dopo lasciano il gruppo. Successivamente viene riproposta in versione radiofonica “Posizione Orizzontale” già presente sul loro primo album “Sine Frontera” ed entrano nella classifica dei brani più trasmessi dalle “Radio Indi”. A fine anno fanno il loro ingresso nella band Simone Angiuli (violino) e il batterista argentino Daniel Oracio Crocco. Nel corso del tour 2008 i Sine Frontera partecipano al Festival europeo a favore delle popolazioni del Tibet, organizzato a Les Houches (Francia) per “Concert Pour le Tibet”, in concomitanza con l’inizio delle Olimpiadi in Cina. Il 2009 inizia con la realizzazione del loro quarto album “20 Now”.
Il gruppo sarà ospite della trasmissione radiofonica "RADIO TRAMPA" condotta da Accursio Soldano, martedì alle 10.30

mercoledì 7 ottobre 2009

AVVISTATO UN UFO AD AGRIGENTO



26 settembre 2009, nella zona di Monserrato, fra Porto Empedocle ed Agrigento, ad un tratto va via la luce, i lampioni si spengono. Il cielo però è limpido. Verso le 21 nel cielo appare una sfera luminosa, uno di quelli che solitamente vengono definiti con il termine UFO, oggetto volante non identificato. Le foto, scattate da un ex poliziotto della Questura di Agrigento, Gaetano Castellano, oggi in pensione, sono rimaste nel cassetto fino ad oggi. Parlare di UFO non è facile, -ci ha detto- si rischia di non essere creduti, ma di sicuro quello che abbiamo visto non era un aereo, anche perché, subito dopo, è passato un aereoplano ed abbiamo potuto notare benissimo la differenza, sarebbe interessante sapere se il comandante del velivolo, nel suo rapporto, ha segnalato qualcosa di strano. L'oggetto in cielo era di colore grigio argentato e si notava particolarmente per la mancanza di illuminazione pubblica, ha cominciato a muoversi, poi si è messo di lato, rispetto al nostro punto di osservazione ed è andato via velocemente. La cosa strana è che quella sera, e a quell'ora, la luce elettrica c'era in tutte le zone, c’era ad Agrigento, Porto Empedocle, San Leone, esclusa la zona dove si vedeva questo oggetto.

sabato 3 ottobre 2009

IL CIRCO PIERANTONI


C'era un tempo in cui quando arrivava il circo, erano tutti felici. Finalmente arrivava lo spettacolo, con numeri stupefacenti. I loro camion colorati e i clown dipinti sulle fiancate ravvivavano la città. Erano piccoli circhi, ma riuscivano a portare tanta felicità. Nella zona dove abitavo io c'era una piccola piazzetta, e ogni anno, puntualmente arrivava il Circo Pierantoni. Quattro tiranti piantati per terra e via al montaggio del tendone a strisce giallo e blu. La piazza era piccola, ma anche col tendone montato, c'era spazio per il traffico veicolare.
A quel tempo c'era solo un cinema che proiettava a settimane alterne le eroiche gesta di Maciste e di Ercole, e i film di Franchi e Ingrassia, non c'era internet, e in pochi avevano la televisione. Il circo era la novità che tutti aspettavano per un anno intero, e quando arrivava, in quella piazza posta al centro di un complesso di case popolari, la gente si lanciava in una spontanea gara di solidarietà.
Era come se la famiglia si allargasse, come se fossero arrivati i parenti da un'altra città.
Mia madre forniva l'elettricità per le luci lampeggianti della cassa, la nostra vicina di casa lasciava il cancello aperto, ed ogni tanto arrivava qualcuno del circo a riempire un bidone d'acqua, sia per gli animali che per il loro fabbisogno; non ci si poteva permettere il lusso di comprare l'acqua minerale. In cambio, i bambini curiosavano, chiedevano, volevano scoprire i segreti. Come faceva quella bella ragazza a camminare su quel filo posto a due metri di altezza? Qual era il segreto di quel ragazzo che si infilava in bocca una torcia e sputava fuoco? Mi svelò il trucco una mattina, dentro la sua roulotte, e fu per me la fine di un mito.
Ma il Circo Pierantoni era una famiglia, faceva parte della famiglia, di tutti, a volte rimaneva nella stessa piazza per quasi un mese. E ricordo ancora la gente che, seduta su quelle gradinate fatte con tavole di legno, seguiva attentamente, anche alla ventesima replica, “O zappatore”, la Cavalleria rusticana, o la storia di Peppino Musolino, ed alla fine del secondo tempo, quando la recita finiva, tirava fuori dalle tasche i fazzoletti. Poi tutti a casa. Anche oggi il circo aveva concluso il suo spettacolo. Pierantoni era il Mario Merola siciliano.
Giovanni Lozopone, ma come dichiara lui stesso, “nessuno mi conosce con questo nome”, è nato a Marsiglia, in Francia, ma dall'età di 8 anni abita in Sicilia e ha passato tutta la sua vita nel circo. Prima insieme al padre, poi, dal 1961 con un proprio circo regionale, ha cominciato a viaggiare per paesi e città portando in giro il nome di un colonnello della casa di Pinerolo.
“Quando mio nonno morì, cadendo dal trapezio, Rodolfo Pierantoni, anche lui circense e titolare del circo dove lavoravano i miei nonni, si offrì di fare da tutore a mio padre, mio zio e mia zia, che a quel tempo erano giovanissimi. Crescendo con lui, siamo stati, da sempre, conosciuti come i figli di Pierantoni”
Fino al 1993, quando, per ragioni d'età, deise di chiudere la sua attività circense. L'ultima serata è stata a Lentini, con un incasso di 3 milioni: un grande incasso per quei tempi. Quello fu l'ultimo spettacolo del Circo Pierantoni,
Oggi Giovanni Lozopone, meglio conosciuto come Gianni Pierantoni, ha 79 anni, vive a Francofonte dove ha acquistato un piccolo pezzo di terra e ci ha messo su le giostre per i bambini. Ma la tradizione continua, sua figlia Egle adesso fa parte della grande famiglia Togni, mentre noi abbiamo le nostre idee, le nostre identità e i nostri deliri, disseminati in vari blog.