mercoledì 24 dicembre 2008

LOCALI A LUCI ROSSE O ERRORI MADORNALI?

di Accursio Soldano
Navigando nel web, alla ricerca dei tradizionali cenoni di capodanno, cercando il prezzo più basso, o magari il ristorante più esclusivo, si possono trovare anche delle brutte sorprese. Non tanto per gli avventori, ma soprattutto per i proprietari di bar e ristoranti che, chissà come, trovano il nome del loro ristorante o della loro pizzeria, in un elenco di locali notturni.
Navigando sul sito http://www.regioni-italiane.com/ e recandosi nella pagina dedicata ai locali notturni, si può trovare un elenco di esercizi commerciali che, secondo il sito, propongono qualcosa di diverso. La dicitura esatta è: “Elenco di tutti i locali notturni tradizionali, economici e lussuosi sul territorio siciliano. Provincia per provincia, suddivisi per città, potrete trovare gli indirizzi, i numeri di telefono, i fax, eventuali link ai siti web di tutti i locali notturni in Sicilia ove potrete divertirvi, bere e ballare tutta la notte. Dedicato a chi ama fare l'alba, nelle discoteche, ballando e divertendosi in giro per la Sicilia.
E fin qui non ci sarebbe niente di male. La presentazione poi continua entrando nel dettaglio dei servizi che si possono trovare se ci si reca in uno dei ristoranti o pizzerie nell’elenco.
“Ma non parliamo solo di discoteche, birrerie o disco-pub, ma anche di club privè dove effettuare scambi di coppie, oppure luoghi di incontro a luci rosse come discoteche gay-lesbo o cinema a luci rosse. Ma anche strip bar, sale bingo, casinò, bar, irish pub, dove passare le tue serate e nottate in Sicilia”. E come se non bastasse, a correlare la descrizione, c’è una bella foto che ritrae un paio di belle cubiste mezze nude in discoteca. Insomma, per chi ama la trasgressione e un capodanno all’insegna del diverso, il sito sembra proporre un elenco di locali da vero sballo.
Nell’elenco vengono consigliati, ben 68 posti, fra pizzerie e ristoranti siciliani in cui lo sballo è assicurato con tanto di numero di telefono, fax e indirizzo. Ci sono, 8 esercizi commercali in provincia di Agrigento, 19 in provincia di Messina, 3 in provincia di Enna, 4 in provincia di Ragusa, 14 in provincia di Palermo, 1 a Caltanissetta 2 in provincia di Trapani, 5 a Siracusa, e 12 in provincia di Catania.
Il problema è che nella maggior parte dei casi, (se non in tutti) la descrizione è sbagliata e il locale non risponde ai requisiti sbandierati nella presentazione iniziale. Ed allora può capitare che in questo elenco sono etichettati come luoghi di vero sballo, “dedicati a chi ama fare l'alba, ballare e divertirsi”, tre rispettabilissimi e frequentatissimi locali pubblici di Sciacca che offrono servizi di ristorazione e sono specializzati in matrimoni. Può capitare persino che nell’elenco della provincia di Messina, non si sa perché, sia inserito anche un “Juve club associazione sportiva”. In provincia di Enna invece, viene indicata, fra le proposte, anche un “Bar Tabacchi” di Nicosia.
Facile immaginare la sorpresa e l'ira dei proprietari, probabilmente ignari di tutto ciò, nell'istante in cui si accorgeranno della loro presenza sul web tra i luoghi più apprezzati per una serata non solo a base di pizza e birra, ma anche… a luci rosse o addirittura… estrema.
Dei 14 locali segnalati, ben 12 sono a Palermo, poi uno si troverebbe a Balestrate e l’altro a Isola delle Femmine. Fra i segnalati, oltre al “Malizia sexy bar” di viale delle Magnolie, che, in qualche modo potrebbe benissimo trovarsi nell’elenco proposto dal sito, troviamo un ristorante messicano ed un altro che si trova anche nel sito per chi vuole viaggiare con gusto, e persino una agenzia di animazione e organizzazione di feste private.
Insomma, l’impressione è che sia stata fatta una vera e propria confusione. Non solo di idee.

4 EURO DI ELEMOSINE

di Accursio Soldano
Che sarebbe stato un Natale all’insegna del risparmio lo si sapeva. Le previsioni, come nelle migliori tradizioni meteo davano un rigido «austero e preoccupato» con tanta gente per strada a passeggiare ed a guardare le vetrine, ma pochi a fare compere. Tra gli addobbi natalizi, in mezzo al crollo delle borse, agli aumenti della pasta e dei generi di prima necessità, entra la parola crisi e così le spese per i regali, secondo i vari sondaggi diminuiscono di quasi un miliardo di euro rispetto allo scorso anno. Segnando un calo del 9% per i regali, mentre sale di un miliardo e mezzo di euro la somma destinata a quei pochi che possono ancora permettersi un salvadanaio dove conservare qualche risparmio. E per fare i regali di Natale non basta la famosa e triste “social card” distribuita dal Governo Berlusconi, anche perché sotto l'albero le famiglie hanno mutui e rate in sospeso, e quella tessera ricorda da vicino quella per la distribuzione del pane in tempo di guerra: altro che Natale.
E in mezzo all’austerity natalizia, oltre ai soliti regali, in mezzo alle tante iniziative umanitarie condite da mostre, cene e presentazioni di questo o quel progetto per qualche paese povero, c’è finita pure la bontà, l’animo caritatevole dei cittadini, per i quali, evidentemente, anche un euro serve a fare la spesa.
L'idea è venuta guardando un vecchio articolo pubblicato nel 1983 sulla rivista “TV sette”, che parlava di una delle produzioni televisive di TRS: Freaks. 25 anni fa, quando andava di moda la candid camera, i giovani che componevano quell'equipe, avevano pensato di mettere un ragazzo davanti la chiesa a chiedere l'elemosina, per vedere se lo spirito natalizio si traduceva in elemosina. A 25 anni di distanza, è stato ripetuto l'esperimento.
La cittadinanza di Sciacca era stata invitata la sera prima a raccogliere fondi da destinare ad una nazione africana e, proprio in quella sera, altre iniziative benefiche si sono svolte sempre con un unico obiettivo: aiutare il prossimo. Aiuti per l'africa, aiuti per i meno abbienti, aiuti per i bambini e le famiglie bisognose. Tutti, ma proprio tutti hanno voglia di prodigarsi per alleviare in qualche modo lo stato di disagio di chi è in difficoltà.
Ed allora, i giornalisti che compongono la redazione di “15 minuti” una trasmissione che va in onda su Tele radio Sciacca, si sono chiesti quanto potesse racimolare un mendicante davanti la chiesa madre, la sera della novena. Sciacca vale come esempio. Poteva essere Agrigento, o Palermo, o Roma.
Novena di Natale.
Fa freddo. C’era pure una piccola pioggerellina e la collega giornalista Simona Giacone, con una vecchia tuta, cappello in testa e fasciacollo si piazza davanti l'ingresso della chiesa madre di Sciacca, con in mano un sottovaso, a chiedere l'elemosina. E la telecamera, nascosta dentro una Matiz parcheggiata di fronte il portone della chiesa, comincia a registrare.
I fedeli che entrano ed escono dalla chiesa, quasi evitano la mendicante. Alcuni cambiano strada, altri fanno un cenno con la testa facendo intuire che il portafogli è rimasto a casa per una pura coincidenza. E il freddo aumenta. Intanto, sui gradini della chiesa, in attesa dei musicanti che devono fare le prove della Novena, e ad uno ad uno arrivano con in mano i loro strumenti musicali, alcuni uomini continuano a parlare tranquillamente come se quella persona che chiede pochi centesimi per mangiare, sia quasi un ornamento natalizio o sia invisibile.
La gente intanto passa, entra, esce, si ferma a parlare. Alcuni accelerano il passo proprio per non farsi intaccare da quella triste e malinconica aria che traspare da questa “povera” ragazza. Pochi, invece, iniziano a dare qualche euro. Sono soprattutto anziani. Nessun giovane dà soldi, nessuna donna impellicciata, solo anziani. Ed è passata un'ora.
Sarebbe quasi ora di andare quando ci accorgiamo che la sacra funzione delle 18 sta per concludersi e che un centinaio di persone si riverseranno a breve fuori dalla chiesa.
Qualcuno ha donato, molti hanno preferito allontanarsi, altri ancora hanno preferito cambiare strada, e quasi tutti hanno soltanto ignorato che quella triste realtà si stesse verificando davanti ai loro occhi.
Simona, che si è prestata alla candid camera, per un’ora ha vissuto una vita che altri affrontano ogni giorno. Quelli, però, non recitano. Abbiamo raccolto 4 euro e 50 centesimi. Questo è stato racimolato su circa 250 persone presenti alla funzione religiosa. Soldi sufficienti, forse, per un panino e una bottiglietta d’acqua.
Qualcuno ha detto che, solitamente, l'accattonaggio non è ben visto, ma siamo a Natale... dove tutti siamo più buoni. O no?