venerdì 21 novembre 2008

CARI AMICI E PARENTI... E CUGINI E NIPOTI...E



E' anche peggio di quando Totò Cuffaro distribuiva soldi. Duecento euro a chi allevava una capra "girgentana" (agrigentina) e 500 a chi accudiva in giardino un asino pantesco (di Pantelleria), un contributo "per la lotta mondiale contro l'inquinamento" a chi viaggiava in nave, 12 euro per ogni chilo di manna tirata giù dall'albero. Ma nell’ultimo assalto alla Regione ci sono di mezzo i parenti. E' un arrembaggio. Più fratelli e cugini e più figli. E più nipoti e più compari.
Non c'è più soltanto Palermo ma c'è anche Catania e - chissà come - in Sicilia ci saranno pure più soldi. Quelle che tecnicamente vengono definite le "risorse della nuova programmazione", sono in sostanza 6 miliardi e mezzo di euro che pioveranno sull'isola da qui alla primavera del 2013.
E per questo assalto all’arma bianca, Tonino Russo, vicesegretario regionale del Pd, conia un nuovo termine: maritopoli. Disegnando una nuova coda polemica al caso dei parenti cooptati negli uffici regionali, esploso in questi giorni.
L' ultima a salire alla ribalta è Maria Garcia, compagna del capo ufficio stampa di Palazzo d' Orleans Gregorio Arena.
La Garcia sarebbe stata nominata consulente dell' assessore regionale al Territorio Giuseppe Sorbello e - come denunciato da una nota trasmissione televisiva" - risponde dal telefono di Arena nell' ufficio della Presidenza. Insomma, risponde da un ufficio diverso.
Negli staff degli assessorati regionali, si entra per chiamata diretta e 8 dipendenti su 25 sono esterni all' amministrazione. Il caso è esploso con le dimissioni della figlia di Giovanni Ilarda, l' assessore alla Presidenza che ha lanciato la lotta ai "fannulloni" alla Regione e poi si è trovato a giustificare l' assunzione della figlia nell' ufficio di gabinetto del collega assessore Antonello Antinoro. Le polemiche hanno poi alzato il velo su una folla di fratelli, cugini e parenti in genere di politici entrati senza concorso nei piani alti della Regione.
E andiamo allora nelle stanze della Regione siciliana, cominciando con Francesco Scoma, figlio di Carmelo. L’onorevole del Popolo della Libertà - classe 1961, eletto per la quarta volta all' Assemblea. Nel suo quartier generale, di Francesco Scoma non ce n' é uno ma ce ne sono due. L' altro è suo cugino. Una sorella di Scoma, Antonella, è stata assunta nello staff dell' assessore alla Presidenza della Regione Giovanni Ilarda. Una cognata, Deborah Civello, ha trovato un posticino nello staff del presidente del parlamento Francesco Cascio. Ma nell' assessorato alla Famiglia Francesco Scoma non ha favorito soltanto suoi consanguinei. Ha messo dentro pure quelli di tutti i suoi amici ai quali probabilmente non può dire di no. A cominciare dal suo padrino politico, il presidente del Senato Renato Schifani. La sorella, Rosanna Schifani, il 6 giugno del 2008 è stata nominata per chiamata diretta «componente della segreteria tecnica» dell' assessore Francesco Scoma. Intanto, nell' ufficio di gabinetto dell' assessore alla Famiglia, come "esterno", è entrato anche uno degli assistenti di Schifani. Si chiama Giuseppe Gelfo. E pure Danila Misuraca, sorella del parlamentare del Pdl Dore Misuraca. E anche Stefano Mangano, a lungo segretario particolare del sindaco di Palermo Diego Cammarata. Insomma, questo si, che è un vero e proprio assessorato per la Famiglia.
Passiamo all' assessore al Bilancio Michele Cimino che può vantare un’altra storia di cugini: Rino Giglione è il suo capo di gabinetto. Un altro, Maurizio Cimino, è il direttore della Protezione civile di Agrigento. E un terzo, Simone Cimino, è alla testa di una società che - in partnership con la Regione - si occupa di fondi finanziari. In quest' altra grande famiglia che si è ricomposta al Bilancio ci siano anche due uomini del sottosegretario alla Presidenza Gianfranco Micciché. Il primo è suo cognato Pietro Merra, il secondo il suo ex autista Ernesto Devola.
Ma la ragnatela delle parentele che trovano occupazione alla Regione siciliana interessa anche altri uffici.
L' assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro è un nostalgico. Ha nel suo ufficio di gabinetto Antonella Chiaramonte (sorella del cognato), Giovanni Antinoro che era l'autista di Cuffaro; Domenico Di Carlo, segretario del braccio destro di Cuffaro, Saverio Romano e Vito Raso, amici di Cuffaro; Gianni Borrelli, ex candidato Udc amico di Cuffaro e dello stesso assessore Antinoro. L’ assessore regionale ai Lavori Pubblici Luigi Gentile invece, per adesso ha nominato solo suo cognato, Carmelo Cantone, segretario particolare.
Ma non dimentichiamoci degli altri. Il figlio del sindaco Diego Cammarata - Piero - è dipendente a contratto della spa regionale e-Innovazione, il fratello dell' ex governatore Totò Cuffaro è vicedirettore dell' Agenzia dell' impiego, Francesco Judica che è il cognato del governatore Lombardo è manager all' Asl di Enna
Un elenco infinito che continua con i parenti del ministro di Grazia e Giustizia.
Angelino Alfano, impegnato a Roma, può contare su appoggi palermitani. Ed allora non ha soltanto la cugina Viviana Buscaglia nello staff dell' assessore all' Agricoltura, ma ha anche il cugino Giuseppe Sciumé vicedirettore generale all' Azienda Trasporti.
Ogni assessore può avere 25 collaboratori fra segreteria particolare e segreteria tecnica, un terzo di loro arriva da fuori l'amministrazione. Così fan tutti. Pagando ciascuno degli 8 prescelti come dirigente 41.807 euro lordi più un'indennità di 7.747 euro e un'altra di 23.500. Come minimo, i fortunati che entrano in uno staff, portano a casa 70 mila euro. Rispetto a tutti gli altri 21 mila dipendenti regionali quelli degli staff non firmano il cartellino, hanno un rapporto solo con il loro capo - l'assessore - e tanto per gradire per gli interni un'altra indennità annua dai 7 ai 15 mila euro. Naturalmente, tutti questi sventolano curriculum di 20 pagine e professionalità indiscutibili, ma è difficile farci cambiare idea sul fatto che la parantela e le raccomandazioni politiche non contano!

ANCHE I MORTI HANNO UN DOTTORE


La Guardia di Finanza di Agrigento, ha eseguito un articolato servizio finalizzato a verificare il corretto impiego delle pubbliche risorse al Servizio Sanitario Nazionale. In particolare, l’attività ispettiva è stata mirata alla verifica del corretto aggiornamento degli elenchi dei cittadini - assistiti dai medici di medicina generale – medici di base (“di famiglia”) con riferimento ai residenti nel Comune di Agrigento ed in tutta la provincia, ricadenti nella competenza dell’Azienda Unità Sanitaria Locale nr. 1 di Agrigento.

I Riscontri, effettuati tra l’elenco degli assistiti in carico ai medici di base e le singole banche dati relative alle persone decedute nei 43 Comuni della Provincia di Agrigento, hanno consentito di accertare che 1.500 persone, benché decedute da anni, addirittura alcuni dal 1986, usufruivano dell’assistenza sanitaria in quanto ancora iscritti nella lista assistiti e, conseguentemente, venivano corrisposte indebitamente emolumenti ai “medici di famiglia”.
In sostanza anche i morti continuavano ad avere un medico.

Il danno erariale stimato dalle Fiamme Gialle di Agrigento ammonta a circa 500.000,00 euro. Questo è quanto l’A.U.S.L. nr. 1 di Agrigento ha pagato indebitamente ai medici, tutto a danno della medesima struttura sanitaria che riverbera i propri effetti negativi sui costi e sulla qualità dei servizi erogati alla collettività. Copia della relazione delle indagini è stata inviata alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo, per il recupero delle somme indebitamente percepite dai medici per i pazienti deceduti. Inoltre, sono state segnalate alla locale Procura della Repubblica di Agrigento altri 12 soggetti responsabili per reati vari.

I controlli della Guardia di Finanza, spiega il Comandante Provinciale Ten.Col. Vincenzo Raffo, proseguiranno al fine di accertare ulteriori illeciti, in quanto quello già scoperto potrebbe essere solo la punta di un iceberg.